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ROMA - Razzismo, infanzia, squadre del cuore e futuro. Dopo il papà, anche Giovanni Kean ha detto la sua a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, in merito agli ululati rivolti dal pubblico cagliaritano rivolti al fratello Moise: "I buu razzisti contro mio fratello a Cagliari dopo il gol? L'unica cosa che gli ho detto è che di persone ignoranti ce ne sono ancora, non passiamo farci nulla. Lui deve pensare a quel che sta facendo e fregarsene. Moise caratterialmente è forte: più gli succedono queste cose e più si carica".
DIFESA SARDA - Dopo la seconda rete della Juventus, siglata da Kean, l'attaccante bianconero è andato ad esultare sotto la curva cagliaritana, e il presidente rossoblù Tommaso Giuliani ha detto che sarebbe successa la stessa anche se al posto di Kean ci fosse stato Bernardeschi: "Non penso che avrebbero ululato anche a Bernardeschi. So che è brutto dirlo ma su un campo da calcio siamo abituati ormai ad avere certi atteggiamenti. Non ci piangiamo addosso e troviamo la forza di reagire, come ha fatto mio fratello segnando".
CUORE ROSSONERO - Se il razzismo è qualcosa con cui devono combattere ogni giorno, i fratelli Kean ci scherzano su: "Io lo chiamo Momo oppure ‘nero’, e lui, ogni tanto, mi chiama ‘negraceo’ Ogni tanto lo prendo per il culo, con quei dread, io lo vedrei bene coi capelli rasati, semplici". Nonostante quanto detto dal padre che raccontava dell'amore di Moise per i colori nerazzurri in giovane età, il fratello Giovanni ribalta le carte in tavola: "Io sono juventino mentre Moise è sempre stato milanista".
LEGAME JUVE - Su una cosa Giovanni è d'accordo con il padre: "Ora come ora non ci sono squadre come la Juve, la Juve è la Juve anche se Real e Barca sono molto blasonate". Eppure papà Birou ha detto che la Juve gli deve ancora due trattori: "Ogni giorno mi dico che le ho viste tutte ma c'è sempre gente che mi stupisce. Chiedete a lui".