Juve tradita al derby, Vlahovic è scomparso

La vera delusione del derby è Dusan. Il serbo che aveva fatto follie nelle prime uscite con la Juve contro il Torino non ha convinto
Juve tradita al derby, Vlahovic è scomparso© LAPRESSE
Massimiliano Gallo
3 min

Si può essere nati a Belgrado e non avere esperienza di derby? Può succedere se ti chiami Dusan Vlahovic nato nella terra di una delle stracittadine più leggendarie della storia del calcio: Stella Rossa contro Partizan. La leggenda del tifo. Lì le tessere del tifoso valgono quanto il due a briscola. Dusan era del Partizan. Ma in realtà di quei derby ne ha giocati solo due. O meglio, due scampoli di derby. Sempre partendo dalla panchina. La prima volta 37 minuti, la seconda 8. Neanche un gol. Non giocava un derby dall'aprile del 2016: sei anni fa. Era adolescente, aveva sedici anni. Poi c'è stata Firenze dove il derby non sanno neanche cosa sia. Lo ha ritrovato ieri sera a Torino, in un'atmosfera considerevolmente diversa rispetto a quella di Belgrado. Diciamo più pacata, da salotto. Anche stavolta, però, non ha giocato tutto il match. È partito titolare ma dopo 74 minuti Allegri l'ha tolto dal campo e lo ha sostituito con Moise Kean. Non un momento da raccontare ai nipotini. Basterebbe questo dettaglio per spiegare la serata del numero 7 bianconero. Che in tutto ha toccato 21 palloni: uno ogni tre minuti e mezzo. Un solo tiro in porta. Dire che si è visto poco, è una ovvietà. Ha provato a lottare ma il croato Juric gli ha messo addosso Bremer che lo ha limitato e non poco. Del resto contro il Torino Vlahovic aveva già sofferto recentemente, contro i granata aveva vissuto l'ultima serataccia da centravanti della Fiorentina. Un mese fa, a gennaio: sconfitta per 4-0 e anche in quell'occasione era uscito prima dal campo: sostituito dopo 73 minuti.

Prima bocciatura ma c'è l'attenuante

Ieri sera Allegri lo ha tirato fuori sull'1-1 quando la Juventus, in teoria, avrebbe avuto bisogno di un suo gol. L'allenatore livornese ha invece capito prima di altri che non era serata. Poco importa che non ci fosse più nemmeno Dybala. Volendo esagerare, potremmo dire che è la prima bocciatura della sua avventura juventina. In realtà è una tappa fisiologica nel processo di ambientamento di un calciatore che ha realmente rotto gli equilibri, anche emotivi. Il suo arrivo ha trasmesso una scarica di adrenalina all'ambiente bianconero e ha intimorito gli altri club. Anche se non tutti hanno avuto il coraggio di ammetterlo, e Allegri ha dovuto più volte dire che l'obiettivo bianconero è la qualificazione in Champions, la Juventus ha cominciato a far paura anche per lo scudetto. Un timore esagerato. Ma se questa esagerazione c'è stata, è stata dovuta unicamente all'arrivo di Vlahovic.


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