Come cambia la Juve con l’arrivo di Di Maria e Pogba 

Dopo i giovani, il club aumenta il tasso di esperienza e spessore con l'argentino e il francese. E punta sul rapido recupero di Chiesa, in attesa di Zaniolo. Una squadra costruita per l’oggi e per il futuro
Come cambia la Juve con l’arrivo di Di Maria e Pogba © Juventus FC via Getty Images
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Una giornata di arrivi per rifare la Juve. Prima Di Maria, a ruota Pogba, mentre Vlahovic stava già facendo le visite mediche. Rispetto all’inizio della stagione scorsa, sono tre grandi colpi, niente da dire. E rispetto all’inizio del girone di ritorno, va considerato anche Chiesa come novità. Tre attaccanti e un centrocampista d’attacco, la Juve cambia e si rinforza, modificando la linea appena pronunciata nel mercato estivo di un anno fa e ribadita in quello invernale, con l’arrivo di due giovani come Locatelli e Vlahovic. Giovani o no, la Juve deve tornare se stessa e non ha più tempo da perdere.

Anti-Inter

Un tempo era la squadra che conquistava il presente anticipando il futuro. La Juventus vinceva e costruiva. In quegli stessi anni, l’Inter arrancava, tantoché per un certo periodo era stato il Napoli di Sarri il vero avversario della Juve di Allegri. Adesso non è più così. L’Inter in due anni ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa, la Juventus l’anno scorso non ha vinto niente. L’Inter sta realizzando un mercato da club adulto ispirato da una determinata logica calcistica, prendendo la riserva (o l’alternativa) di Handanovic, la riserva (o l’alternativa) di Dumfries, la riserva (e spesso sarà l’alternativa) di Calhanoglu, la riserva (e talvolta sarà l’alternativa) di Brozovic, la spalla (la vecchia spalla scudettata) di Lautaro Martinez, rispettivamente: Onana, Bellanova, Mkhitaryan, Asllani e Lukaku. La Juventus deve inseguire e per accorciare i tempi va sull’usato sicuro, su giocatori affermati in campo internazionale anche se non più di primo pelo. La necessità è evidente: tornare a vincere subito.

L'età per Allegri

Ci siamo soffermati sull’Inter perché in questo momento (ma probabilmente lo sarà anche all’inizio del campionato) è la squadra favorita, quella con l’organico più forte e più completo. È la squadra a cui la Juve sta guardando, pur non sottovalutando il Milan che è campione d’Italia non per caso. E se Inzaghi riavrà l’attacco dello scudetto, Allegri dovrà rifarlo da capo. Di Maria-Vlahovic-Chiesa, tutt’e tre insieme. A ispirarli Paul Pogba. Di Maria ha 34 anni, Pogba ne ha 29, alzano l’età media della squadra ma di questo sarà pienamente soddisfatto l’allenatore che ha sempre preferito l’esperienza (di livello, s’intende) all’esuberanza giovanile. Non ci sarà più Dybala, la Juve attaccherà sugli esterni per chiudere l’azione al centro con Vlahovic che, affiancato da due ali diverse (la tecnica di Di Maria da una parte, lo spunto d’accelerazione di Chiesa dall’altra), potrà sentirsi sempre al centro dell’azione. Sarà questa la nuova forza della Juventus.

I gol di Pogba

Nelle sue quattro stagioni juventine Pogba aveva segnato 34 gol in 178 partite ufficiali, con una media realizzativa superiore a quella dei sei anni col Manchester United. Negli ultimi due campionati con i bianconeri, il francese era andato a segno 16 volte (8+8), nel campionato scorso i cinque centrocampisti (Arthur, Rabiot, Locatelli, McKennie e Zakaria) hanno messo insieme lo stesso numero di gol, 8. È questa la differenza che Allegri chiederà a Pogba. Le sue reti, insieme a quelle del tridente, dovranno rilanciare la Juventus. Certo, non potrà da solo risollevare le sorti del centrocampo bianconero, il reparto più scadente della stagione scorsa, ma quanto meno ne aumenterà lo spessore. È stato preso per questo.

Ma in difesa?

Per ovvie ragioni, l’idea sulla Juve che sta nascendo deve restare ancora per un po’ nel vago. Per ora è positiva, ma il giudizio non può essere definitivo. Per esempio: se prende anche Zaniolo aumenta non di poco la sua cifra tecnica. Altro esempio di segno opposto: se cede anche De Ligt, cosa succede in difesa? L’addio di Chiellini (che avrebbe fatto comodo ancora per un anno) non può essere colmato dall’arrivo di Gatti, che con Allegri dovrà superare prima una fase di apprendistato, capire da che parte di mondo si trova e alla fine, solo alla fine, potrà cercare di convincere l’allenatore (per Rugani, tanto per fare un esempio, non è stata una passeggiata con Allegri). Via Chiellini e via anche De Ligt? La Juve deve fare in fretta a decidere, perché se perde l’olandese e al suo posto mette Bremer, poco male. Anzi, parlando di difensori-marcatori, forse anche meglio. Ma se l’Inter, con la cessione di Skriniar, arriva per prima sul difensore del Toro, allora è un doppio problema per Allegri.  
Nella stagione scorsa la Juventus ha subìto 37 gol, quarta difesa del campionato per la quarta squadra del campionato, quanto a gol realizzati si è fermata a quota 57 (27 in meno dell’Inter...), undicesimo attacco della Serie A. Per ora il mercato ci fa capire che la Juve vuole ribaltare quei numeri, ma ad Allegri subire tanto non è mai piaciuto.


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