Juve, la notte prima degli esami

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Juve, la notte prima degli esami© Juventus FC via Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Il sole mostra, il buio, la notte talvolta rivela. “I giocatori sono schierati con Allegri che lavora per compattare le due anime dello spogliatoio: giovani e veterani (in scadenza)”. Questo, in estrema sintesi, il contenuto di un articolo di Fabio Riva su Tuttosport che ho letto con attenzione. Arrivato alla fine senza la necessità di conoscere in anticipo il tempo di lettura, mi sono reso conto che moltiplicava le domande e i dubbi sul presente della Juve.

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1) Perché solo adesso, questa presa di posizione dei giocatori? C’entrano anche gli striscioni esposti giovedì dagli ultrà - che in molti casi non dovrebbero essere considerati parte sociale -, i quali hanno attaccato squadra e società trascurando il tecnico?

2) È vero che Paredes e Di Maria, così come altri stranieri del nostro campionato, pensano principalmente al Qatar gestendo sudore e rotture in funzione dell’appuntamento mondiale? E lo è altrettanto che i due faranno arrivare dall’Argentina i rispettivi preparatori personali?

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3) Perché quelli che si professano conoscitori delle cose juventine continuano a ripetere che tra Bonucci e Allegri il rapporto è ormai inesistente? Eppure, soprattutto dopo l’addio di Chiellini, Leonardo dovrebbe aver raddoppiato l’impegno per elevarsi a unica guida esperta dello spogliatoio.

4) Possibile - siamo sempre nel campo delle voci, delle supposizioni, di qualche inevitabile veleno - che l’allenatore debba contare totalmente solo su Szczesny, Danilo, Bremer, Milik, Vlahovic, De Sciglio, Chiesa, Kostic, Gatti e i giovani Miretti, Fagioli e Soulé? Mi sorprenderebbe sapere che la granitica Juve si è ridotta a divisioni interne di questo genere.

5) Gli errori delle ultime stagioni potrebbero derivare addirittura dall’esonero di Sarri, allenatore di sviluppo che avrebbe potuto far crescere i vari De Ligt, Romero, Demiral, Bentancur, McKennie, Rabiot, Dybala, Chiesa e Kulusevski?
Qui mi darei subito una risposta - sì - perché non fu solo Sarri, l’intruso, l’infedele, a essere condannato, ma tutto il lavoro di Paratici che aveva portato a Torino giovani di qualità oggi da rimpiangere. A torto o a ragione, Allegri viene ritenuto «un grande allenatore se gli consegni dei grandi calciatori, come Ancelotti - è il poco originale giudizio di un addetto ai lavori che ha collaborato a lungo con entrambi -. La “creazione” non è una loro caratteristica. Stiamo parlando di grandi tecnici e conoscitori di calcio, ma non tutti vanno bene per lo stesso progetto».

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Viste la classifica sconfortante e le distanze dagli obiettivi, dal derby in avanti saranno i tifosi, oltre alla società, a valutare con maggiore attenzione l’atteggiamento in campo dei singoli giocatori e al tempo stesso i singoli giocatori vedranno raddoppiate le responsabilità e le aspettative. Si tratta di un altro campionato. Club come la Juve, il Milan e l’Inter sono costretti - per nobiltà, fatturato e esigenze diffuse - ad affrontare molte più difficoltà di altri: non viene dato loro il tempo di sviluppare un progetto che non preveda l’allineamento con il risultato sportivo. Ci sono situazioni e urgenze, però, che impongono ugualmente correzioni di percorso. Ne sa qualcosa il Milan che ha anticipato tutti ottenendo più in fretta del previsto il premio.


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