Juve, caso plusvalenze. La richiesta della procura Figc: "Riprocessatela"

Il procuratore Chinè ritiene di avere nuovi elementi. Nel mirino altre otto società e 52 dirigenti in totale. In aula già a gennaio, con sanzioni afflittive nel 2022-23
Juve, caso plusvalenze. La richiesta della procura Figc: "Riprocessatela"© ANSA
Nicola Balice
6 min

La lettera di Natale per la Juve (e non solo) è firmata da Giuseppe Chinè. Il procuratore federale, infatti, proprio ieri ha proposto il ricorso per revocazione parziale della decisione della corte federale di appello a sezioni unite dello scorso 27 maggio che aveva confermato l'assoluzione per tutti gli indagati all'interno del processo sportivo sul caso plusvalenze: erano 61 dirigenti e 11 club in tutto. Dopo aver chiesto e ottenuto l'accesso a tutti gli atti dalla procura di Torino che lo scorso 24 ottobre aveva notificato la chiusura delle indagini nei confronti della Juventus, le oltre 14.000 pagine relative all'inchiesta Prisma sui conti del club bianconero nel triennio 2018-2021, la procura federale ritiene quindi di aver ottenuto quegli elementi nuovi e decisivi per poter richiedere la revocazione parziale della decisione definitiva, sulla base dell'articolo 63 del codice di giustizia sportiva. E in via Allegri c'è la convinzione che questa richiesta non possa essere in alcun modo respinta, per un nuovo processo che potrebbe quindi andare in scena anche a stretto giro di posta, con ogni probabilità quando l'attuale stagione sarà ancora in piena corsa, forse già a inizio 2023. 

Nel volere la riapertura del caso, potranno cambiare anche le richieste dell'accusa: non più solo ammende e inibizioni per i dirigenti coinvolti, Chinè potrà richiedere pene ben più severe, come punti di penalizzazione (già nel 2022-23, a patto che la pena sia afflittiva) o addirittura la retrocessione nel caso in cui venisse ipotizzato che a seguito della presunta falsificazione dei documenti contabili-amministrativi sarebbe poi stato possibile ottenere l'iscrizione al campionato. Non solo, la procura federale ha comunicato anche che «a seguito dell’acquisizione degli atti del medesimo procedimento penale dell’Autorità Giudiziaria di Torino, si è attivata, nell'ambito di un nuovo procedimento disciplinare sportivo, nell’attività di indagine di propria competenza, nei confronti della società Juventus e di altre società sportive professionistiche per ulteriori e nuove condotte disciplinarmente rilevanti». Quindi anche molto altro sarebbe finito nel mirino di Chinè: dalle manovre stipendi agli accordi privati passando per le partnership con altre squadre e per i compensi agli agenti sportivi.

Caso plusvalenze riaperto, la Juve: "Dimostreremo la nostra correttezza"

Caso plusvalenze

Andando con ordine, è ora il caso plusvalenze a restare di grande attualità per quel che riguarda l'inchiesta della procura federale. Il ricorso per revocazione non riguarda intanto Napoli, Chievo e i loro rappresentanti precedentemente indagati (tra cui Aurelio De Laurentiis), perché non legati ai nuovi elementi individuati all'interno dell'inchiesta Prisma. Ci sono invece tutti quei club direttamente coinvolti nell'ambito delle operazioni di calciomercato con la Juventus ritenute sospette. Sono quindi 9 ora i club coinvolti (Empoli, Genoa, Juventus, Novara, Parma, Pescara, Pisa, Pro Vercelli, Sampdoria) e 52 i dirigenti, tra cui spiccano le figure ovviamente di Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene, Fabio Paratici e Federico Cherubini

Procura Figc: "Riapriamo processo plusvalenze Juve e altri"

L'accusa

Secondo la Procura Federale, i nuovi elementi acquisiti dimostrerebbero «l’esistenza di un sistema, di una organizzazione, di una programmazione di budget di compravendita di calciatori effettuat e non per motivi tecnici ma per ragioni esclusivamente collegate all’esigenza di conseguire, mediante artifizi, determinate risultanze economico-finanziarie». E ancora: «Il contesto che emerge dalle intercettazioni (occorse dal 14 luglio al 25 novembre 2021) e dagli appunti rinvenuti nel c.d. “Libro nero di FP”, nonché la corrispondenza scambiata fra i dirigenti della Juventus, è quello di un modus operandi sistematico, attraverso il quale intenzionalmente programmavano e concludevano operazioni di scambio di diritti con altre squadre, italiane o estere, al solo fine di creare plusvalenze, secondo importi prestabiliti e programmati che nulla avevano che vedere con una concreta valutazione del bene compravenduto, tali da determinare valori non veridici di bilancio».  

Badando ai numeri, nelle conclusioni della procura federale si ritiene che «la Procura di Torino e la Consob hanno individuato plusvalenze fittizie iscritte nei bilanci della Juventus 156,143 milioni complessivi (49,728 al 30 giugno 2019, 78,058 milioni al 30 giugno 2020, 28,357 milioni al 30 giugno 2021». In sintesi: «È convinzione di questo Ufficio che tali elementi (tutte le prove raccolte negli atti della p rocura di Torino, ndr), se conosciuti, avrebbero potuto e dovuto corroborare il quadro accusatorio fornendo una rappresentazione idoneamente riscontrata del contesto nel quale le operazioni de quibus sono state attuate». 

La risposta

In tarda serata arriva la replica da parte della Juventus, poche righe in cui viene comunicato della notifica ricevuta e ricordata l’assoluzione del precedente processo. Concludendo che la società bianconera «potrà articolare le proprie difese nei termini previsti dal codice, confidando di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte Federale di Appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, i migliori video