Tra Allegri e Giuntoli un’alleanza di ferro

Leggi il commento al mercato bianconero e all'asse tra il tecnico e il direttore sportivo
Tra Allegri e Giuntoli un’alleanza di ferro
Xavier Jacobelli
4 min

La scritta Lukaku baluginava da giorni nella casella Juve, Domino Bomber, asse Torino-Milano-Londra-Parigi-Monaco di Baviera. Adesso che il bagliore non è più intermittente, ma sempre più nitido e sposta Vlahovic al Psg, si capisce ancora meglio quale sia la strategia giuntolian-allegriana. O, per meglio dire, allegrian-giuntoliana, visto che il Grande Reprobo, agli occhi interisti, è fortemente voluto da Max a Torino. Anche a costo di smentire platealmente la strategia bianconera del dopo Ronaldo, dal gennaio 2022 imperniata sul talento serbo, pagato 80 milioni di euro alla Fiorentina, ma inopinatamente risucchiato nella crisi collettiva di gioco e di risultati che ha relegato la Juve a convitata di pietra al tripudio partenopeo. Una decrescita infelice, aggravata dai flop Di Maria, Paredes e Pogba, appesantita dal monte ingaggi di 30 milioni di euro netti annui, suddivisi fra i quattro. Mai dire mai, questa è la regola non scritta del mercato. Uno degli artefici del terzo scudetto napoletano la conosce come le sue tasche e la rispetta alla lettera, muovendo i primi passi nel nuovo mondo.

Allegri, l'unico incedibile

D’altra parte, è bastato ascoltare Giuntoli nel discorso della corona, tutto sostanza e pochi fronzoli, per capire l’aria che tira alla Continassa. Il neocapo dell’area tecnica ha confermato pubblicamente ciò che era assodato da tempo: tutti i bianconeri sono sul mercato, condizionato da rigorosi vincoli contabili. L’eccezione è Allegri il quale, tuttavia, sa perfettamente quanto questa sia una stagione da dentro o fuori, soprattutto per lui. Cogliendo fior da fiore: «Dovremo avere un occhio alla storia della Juve, per tornare competitivi e un occhio rivolto ai bilanci». E ancora: «Vlahovic? Ho già parlato della sostenibilità; in caso di enormi offerte, valuteremo, ma noi puntiamo moltissimo su di lui». Seconda regola non scritta: quando di un giocatore si dice “la società punta moltissimo su di lui”, le probabilità che abbia già un piede sull’uscio lievitano.

La scelta tra Vlahovic e Lukaku

Così, fra il ventitreenne Dusan e il trentenne Romelu, Max ha scelto il secondo, confidando nell’usato sicuro, absit iniuria verbis. E pazienza se i tifosi storcono il naso, stanti i tumultuosi precedenti del gigante belga in salsa nerazzurra, ma questo è un altro discorso. È curioso come la pietra miliare della nuova Juve sia Romelu che gli interisti non sanno più come detestare e che gli juventini dovranno abituarsi a sostenere. E ancora più curioso che, per Lukaku juventino, secondo i canoni delle curve possano valere le parole con cui Cuadrado interista è stato accolto a Milano: «Sino a oggi hai fatto di tutto per farti odiare. Se è altro che vuoi, sta a te dimostrare». Cortocircuiti del mercato. L’importante è non rimanere fulminati


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