McKennie, il traguardo raggiunto con la Lazio: ora Allegri e la Juve se lo godono

Durante l’estate era stato considerato un esubero, adesso è tornato titolare. Il tecnico ne sfrutta la duttilità e ci punta: "Sta diventando affidabile"
Filippo Bonsignore
4 min

TORINO - Cento volte McKennie, inizia una nuova vita. Contro la Lazio, lo statunitense della Juventus ha tagliato il traguardo delle 100 partite in bianconero e ha festeggiato con una delle sue migliori prove italiane. Gli è mancato soltanto il gol, ma è stato protagonista in tutte le azioni dei tre gol juventini. Specie nella terza, con il gran taglio profondo che Vlahovic ha trasformato nella doppietta personale. Adesso incomincia davvero una nuova storia per Wes, entrato nel club dei centenari all’alba della sua quarta stagione in serie A. Sì, perché il texano ha confermato che può essere ancora una risorsa non comune per Massimiliano Allegri. Strano il destino, perché fino a due mesi fa tutte queste certezze non c’erano e in molti non immaginavano McKennie in rosa al via del campionato. Il centrocampista era infatti tornato dal prestito al Leeds, dove aveva trascorso al seconda parte della scorsa annata e dove non era stato riscattato anche a causa della retrocessione del club inglese, ma era stato inserito subito tra gli esuberi, ovvero tra coloro che non erano considerati utili al progetto tecnico. La società aveva deciso di sacrificarlo per fare cassa. McKennie ha iniziato così ad allenarsi con Bonucci, Zakaria, Arthur, Pellegrini e Pjaca, in orari diversi dalla prima squadra in attesa di notizie dal mercato.

Sliding doors

L’esilio, in verità, è durato poco, perché l’ex Schalke è stato in fretta reintegrato in gruppo ed è stato precettato per la tournée negli Stati Uniti. Motivazioni di marketing, certo, perché è uno dei giocatori più riconosciuti e apprezzati dai tifosi di oltreoceano, ma anche e soprattutto ragioni tecniche. Era metà luglio e Pogba non dava sicurezze di continuità fisica e Fagioli era ancora in recupero dall’infortunio. Allegri ha preferito così affidarsi ancora a lui e rilanciarlo, considerato che era un giocatore pronto all’uso, già inserito nei meccanismi della squadra. Sliding doors: da esubero a risorsa, il cambio di status è stato breve. Il mercato, inoltre, ha fatto il resto, senza portare le offerte auspicate e così è arrivata la conferma. "Tornare alla Juve non è stato facile, ho lasciato il club in un momento di crisi, quindi tornare è come ricominciare da zero - ha raccontato recentemente -. È una sfida per cui però sono pronto, di cui credo di aver bisogno in questo momento della carriera in cui devo dimostrare alla gente di esserci ancora".

Esterno

L’ha dimostrato eccome di esserci, Weston, e non ci ha messo molto, anzi. Le prime quattro giornate l’hanno confermato: ha giocato 208 minuti nella nuova posizione di esterno destro. Ecco la grande novità, resa possibile dalla sua duttilità che gli permette di andare oltre al suo ruolo naturale di mezzala. Laterale destro del 3-5-2: qui Max l’ha sperimentato, in alternativa a Weah nelle prime due giornate e poi titolare contro Empoli e Lazio. Ebbene, contro i biancocelesti è stato tra i migliori per l’incisività offensiva - che Allegri ha sempre apprezzato schierandolo da interno d’inserimento - ma soprattutto per l’applicazione e l’attenzione in fase difensiva, con un paio di coperture decisamente importanti. "Sta diventando affidabile, sono contento di come si sia ripresentato e di come si sia allenato - è stato l’applauso di Max -. Adesso è importante che tenga a livello mentale per tutto l'anno". Ecco la grande sfida del nuovo McKennie.


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