Juve, lo dicono i numeri: bianconeri da quarto posto

La rosa vale 433,2 milioni di euro. È netto il divario con il Napoli e le milanesi. Pochi big, tanti baby
Giorgio Marota
4 min

E se Max avesse ragione? «Ci sono tre squadre davanti a noi» aveva detto alla vigilia di Sassuolo-Juventus, mentre percepiva il retrogusto amaro di una possibile beffa, facendo suonare un campanello d’allarme. Le gerarchie e le griglie di partenza vengono spesso ribaltate - come insegna il Napoli di Spalletti - ma i numeri non mentono quasi mai e segnano l’asticella da cui possono partire le ambizioni di un club. Quando si pretende dalla Juventus lo scudetto, infatti, bisognerebbe ricordare che Allegri oggi ha solamente la quarta rosa in termini di valori economici assoluti dei cartellini.

Juve, il valore della rosa

Le quotazioni di mercato del sito specializzato Transfermarkt non lasciano interpretazioni: a guidare la classifica delle rose più ricche c’è il Napoli (i suoi calciatori in totale valgono 577,75 milioni e hanno subito una rivalutazione del 20% grazie allo scudetto), davanti al Milan (529,15 milioni) e all’Inter (523,35). I bianconeri sono fuori dal podio a quota 433,20 milioni, con una media - 18 milioni per calciatore - che schizza verso l’alto grazie alle quotazioni di Vlahovic (70 milioni) e Chiesa (40). Nella classifica delle dieci squadre più costose della Serie A, che riportiamo in pagina, si nota come la Juventus sia nettamente più vicina alla quinta rosa del campionato (la Roma di Mourinho vale 51,65 milioni in meno), cioè alla zona Europa League, che alla terza (il Milan “costa” 95,95 milioni in più). Lo scudetto, alla luce di questi dati, somiglia a un’impresa più che a un obiettivo. L’altra faccia della medaglia nel rapporto tra costi e rendimento è la graduatoria degli stipendi, dove la Juventus si piazza viceversa al primo posto (circa 153 milioni lordi annui). Bene, dirà qualcuno, allora come la mettiamo nei discorsi tricolore? Il sontuoso monte ingaggi, che Giuntoli e Manna stanno cercando di ridurre drasticamente, rischia però di trasformarsi in fumo negli occhi per i critici: nella stagione 2022-23, giusto per citare un esempio, Pogba ha percepito 10 milioni giocando appena 216 minuti (circa 70 mila euro ogni 60 secondi in campo) mentre l’Mvp della Serie A, Kvaratskhelia, ne ha guadagnati 1,4 compresi i bonus (sette volte in meno).

Allegri combatte contro la 'coperta corta'

Al netto di stipendi ancora troppo alti, figli di accordi sanciti dal club in anni di vacche grasse, la rosa della Juventus continua ad avere limiti strutturali e di profondità con i quali Allegri deve fare costantamente i conti tanto da cambiare 112 volte su 112 la formazione iniziale, prima di confermarla col Sassuolo (era la stessa di Juve-Lazio) dopo due anni e mezzo di cambiamenti. A Reggio Emilia le prime sostituzioni con la Signora in svantaggio per 2-1 sono state, ad esempio, con Fagioli e Iling-Junior, cresciuti nell’Under 23; e in difesa, con gli infortuni di Alex Sandro e De Sciglio, la coperta per Max appare cortissima con la presenza dei soli Rugani e Huijsen (18enne della Next Gen) come alternative ai titolari Gatti, Bremer e Danilo. A centrocampo ci sono tanti piedi buoni, ma mancano dinamismo e cambio di passo. In attacco, infine, i vice-Vlahovic, cioè Milik e Kean, pur essendo due calciatori di assoluto valore non vanno in doppia cifra in una competizione rispettivamente dal 2019-20 (11 gol in A col Napoli per il polacco) e dal 2020-21 (13 centri in Ligue1 col Psg per l’azzurro).


© RIPRODUZIONE RISERVATA