Juve, Allegri pronto a lanciare Huijsen: tutte le invenzioni di Max

Il ko di Danilo è un brutto colpo, il tecnico però è un vero maestro nel trovare vie d’uscita geniali dalle situazioni più complicate: tutte le possibilità
Juve, Allegri pronto a lanciare Huijsen: tutte le invenzioni di Max© Juventus FC via Getty Images
Alberto Polverosi
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Se il sarrismo, spiegato come “la concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva”, appare già sui suoi volumi, la Treccani dovrebbe inserire presto anche la definizione di allegrismo, ovvero “la concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Massimiliano Allegri, fondata sulla capacità di trasformare i giocatori in più ruoli per risolvere i problemi, più specificatamente le assenze, della squadra”. Pochi come Max risolvono i guai in corsa. E ora di problemi, nella settimana che precede Milan-Juventus, ne ha uno davvero serio: con l’ultimo infortunio di Danilo (domani gli esami a Torino), che si aggiunge a quelli di De Sciglio e Alex Sandro, non sa da che parte rifarsi per sistemare la difesa. Per non parlare delle note vicende di Fagioli, che era diventato un frequentatore abituale delle formazioni di partenza, della perdita di Pogba e delle condizioni spesso ballerine di Chiesa e Vlahovic

Juve, le invenzioni di Allegri

Quando Ancelotti arrivò al Real Madrid nel 2013 per il primo ciclo, si ritrovò in attacco Ronaldo, Benzema e Bale, appena acquistato e primo giocatore ad aver superato la valutazione di 100 milioni di euro. Ma a Carletto piaceva da morire (e come dargli torto) un certo Di Maria che fino all’anno prima completava il trio d’attacco madridista. Vista la cifra sborsata per Gareth Bale, tutti pensarono che Di Maria avrebbe iniziato molte partite in panchina. Giammai. L’idea di Ancelotti fu semplice: Di Maria titolare a centrocampo. Ecco, Allegri appartiene alla stessa categoria di Carletto, sono allenatori nati col fiuto, con l’idea, col colpo di genio. Esempio allegriano: Mario Mandzukic. Era un centravanti, anzi, un centravantone, a cui il tecnico ardenzino non avrebbe mai e poi mai rinunciato. Però nel 2016 alla Juve arrivò Higuain sulla scia del clamoroso record di gol (36) nel Napoli e a quel punto Marione rischiava di rimanere fuori. Non per Allegri, che per farlo giocare lo schierò da esterno sinistro, in un 4-2-3-1 che comprendeva anche Cuadrado e Dybala. Inventò Dani Alves, un terzino, in ala pura nella notte di Montecarlo, in Champions: partita fantastica del brasiliano e della Juventus contro il Monaco. Una volta chiuse un derby con Alex Sandro centravanti, Higuain si era fatto male dopo 10 minuti e Dybala, in panchina, aveva un’autonomia ridotta: vinse contro il Torino proprio con la rete di Alex Sandro che all’inizio era stato schierato come ala sinistra nel 4-3-3. Già, ora Alex Sandro è diventato un difensore nella linea a tre. Non uno, ma due passi indietro in senso geografico.

Allegri, intuizione su McKennie e Chiesa

Fin qui la vecchia storia del trasformista Max al primo ciclo bianconero. Ma anche quest’anno ha inventato qualcosa di interessante. Voleva forza e dinamismo sugli esterni per rendere più efficace il 3-5-2, così ha spostato McKennie, centrocampista puro, sulla fascia. Ma ancora più intuitiva l’idea di cambiare posizione a Chiesa da ala a seconda punta. Secondo Allegri l’ex viola ha nelle gambe una quindicina di gol e per questa ragione lo ha avvicinato alla porta. I risultati, almeno per ora, stanno premiando l’intuizione.

Allegri, le nuove invenzioni

Adesso Max è atteso da un’altra prova, deve inventarsi un guizzo per la partita che potrebbe indirizzare la stagione della Juventus. L’infortunio di Danilo (a proposito, anche il brasiliano è passato da terzino di una difesa a quattro a perno della linea a tre) spinge Allegri verso nuove scelte. Certo, può proseguire sulla difesa a tre, con Gatti, Bremer e Rugani, ma a quel punto gli mancherebbe un’eventuale riserva. Allora può partire così, capire cosa succede durante la partita e semmai passare alla linea a quattro in corso d’opera arretrando Weah, come è successo nel derby. Oppure può iniziare proprio in questo modo, difesa a quattro col giovane americano titolare. Un’altra idea che gli frulla per la testa è dare spazio a Dean Huijsen, diciottenne olandese della Next Gen. C’è pure un’alternativa che ricorda una vecchia e anche attuale scelta della Roma e della Nazionale di Prandelli: abbassare il regista fra i due difensori centrali. Nella Roma di anni fa e nella Nazionale di Euro 2012 capitò a De Rossi, nella Roma di oggi accade con Cristante e sempre per la stessa ragione: a Mourinho, come ad Allegri, mancano i difensori centrali per schierare la linea a tre. Nella Juventus potrebbe toccare a Locatelli. Ma non è da escludere che Max sorprenda ancora una volta. Pioli, che lo conosce bene, si aspetta di tutto. 


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