TORINO - Il caso Acerbi, accusato da Juan Jesus per una frase che sarebbe stata pronunciata durante Inter-Napoli dal difensore azzurro (lasciato fuori da Spalletti per la tournée americana dell'Italia proprio a causa della bufera che ne è conseguita), ha riportato alla ribalta il tema del razzismo nel calcio.
Razzismo, la nota della Juve
In attesa che la Giustizia sportiva faccia chiarezza sull'accaduto, calciatori e club in questi giorni stanno ribadendo la loro determinazione nel contrastare il fenomeno. Tra questi la Juventus, che in una nota ricorda come "a partire dalla stagione 2014-2015, l'Allianz Stadium è stato dotato di un sistema di 86 telecamere multifocali Panomera che consentono di individuare i soggetti che si rendono responsabili di comportamenti non in linea con il regolamento d'uso dell'impianto: in questa stagione sportiva non sono stati sanzionati episodi di stampo razzista, a riprova dell'effetto deterrente della tecnologia installata".
Post razzisti e d'odio: i dati incredibili
Il club bianconero ribadisce anche la sua policy sui social, condividendo dati incredibili che confermano come il problema non sia da sottovalutare: "Nel gennaio 2024 la società ha deciso di adottare uno strumento che consente di moderare automaticamente i commenti ai nostri post contenenti parole d'odio, riuscendo a preservare la libertà di parola - fa notare la Juventus - in media ogni settimana vengono pubblicati 1.500 contenuti all'interno dell'intero ecosistema digitale, e da gennaio sono stati immediatamente rimossi 30.000 messaggi d'odio, tra i quali circa 400 razzisti".