L'equivoco tattico che ha sfilacciato il rapporto
È la fotografia della traiettoria non certo lineare della sua annata, vissuta tra alti e bassi, con un inizio di stagione eccellente (4 gol nelle prime cinque partite di campionato) che non ha avuto però il seguito auspicato. Dall'autunno in avanti, infatti, sono riemersi i problemi fisici (muscolari e al ginocchio sinistro operato due anni fa) che l’hanno costretto a continui stop & go e ne hanno condizionato il rendimento. Chiesa ha vissuto continuamente sull'altalena, insomma: prestazioni di livello e prove opache; bagliori di rinascita e nuove frenate. E contro Frosinone e Genoa, sono arrivati i fischi dello Stadium.
Il riassunto stagionale racconta di 8 gol (7 in campionato e uno in Coppa Italia), solo tre dei quali nel 2024. Non certo il bilancio auspicato, anche se il fatturato in serie A è in linea con il massimo raggiunto finora in bianconero: 8 reti nel 2020/21, la sua annata migliore a Torino chiusa con 14 centri in tutto. E' evidente però che qualcosa non funzioni a dovere e non si può che guardare al rapporto con Allegri, che appare ormai compromesso e sfilacciato. E il labiale del derby non fa che confermarlo. Le frizioni con il tecnico nascono da un equivoco tattico non ancora risolto: nel 3-5-2 scelto ormai stabilmente di Allegri, Chiesa agisce da seconda punta accanto a Vlahovic ma non è un mistero che Federico preferisca giocare da attaccante esterno. Le prestazioni in Nazionale e quando Max sceglie (soltanto per emergenza, finora) il tridente lo testimoniano. Allegri vede Chiesa più attaccante che esterno, gli chiede più gol e lo ha avvicinato alla porta ma senza gli effetti sperati.