Felipe Anderson da vero bomber al traguardo del gol numero 50

Il brasiliano continua da vice Ciro è a quota 49 reti con la Lazio La Viola gli ricorda l’esordio in A. Sarri può prevedere un doppio piano di gioco sfruttando le sue qualità
Felipe Anderson da vero bomber al traguardo del gol numero 50© BARTOLETTI
Daniele Rindone
4 min

Impossibile dimenticare il Felipe Anderson di Lazio-Milan, tra falsi ruoli e colpi veri. Numero 9, numero 10, punta e mezzapunta, esterno, a scelta. Ha fatto su e giù, è andato più in là di ogni funzione. S’è consentito ogni giocata, scivolando leggero, sgusciando facile, depistando con i cambi di direzione, facendo da sponda e da fionda. Il gol di Milinkovic è l’esatta fotografia della sua partita: Felipe ha fatto da elastico arretrando a centrocampo, aprendo il gioco per Zaccagni, fiondandosi chissà come in area, il primo velo è stato il suo, ha fatto seguito quello di Luis Alberto prima della stoccata del Sergente. La vastità della copertura di campo è stata impressionante

L’evoluzione

È nato un Felipe Anderson totale, gioca in profondità e in ampiezza, rotolando all’indietro, scattando in avanti. È stato imprendibile e Sarri se lo aspetta nella stessa versione contro la Fiorentina. Ripartirà da lui, in un anno e mezzo ci ha rinunciato a fatica. Quest’anno l’ha fatto giocare sempre, gli ha solo risparmiato due partenze da titolare contro Sturm Graz al ritorno e a Lecce. Felipe è uno degli uomini chiave per consentire a Mau di giocarsela come più gli garba: palleggiando, senza dare riferimenti. Un Felipe così totale non s’era mai visto nella Lazio. Torna sempre alla mente la prestazione col Milan: un gol con un tiro nello specchio (3 totali), 66 tocchi, 5 in area avversaria, 3 dribbling riusciti su 4, 15 passaggi nella trequarti rossonera, 8 duelli vinti su 15, 5 possessi guadagnati, due nella trequarti del Milan. Sta garantendo alla Lazio un lavoro mostruoso e i gol che non può offrire Immobile.

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La Fiorentina

Felipe è salito a sei gol col colpo rifilato al Milan, è a -1 da Ciro. La prossima rete sarà la numero 50 in biancoceleste, contando tutte le competizioni. Felipe è on fire, ha segnato nelle ultime quattro partite: Empoli, Sassuolo, Bologna in Coppa Italia e Milan. Punta alla cinquina. La Fiorentina gli ricorda l’esordio in Serie A, sono passati quasi dieci anni, era il 6 ottobre 2013. Pipe ha segnato due volte ai viola, nel gennaio 2016 e nell’aprile 2018. È tornato un anno e mezzo fa dopo gli anni tristi vissuti in Premier con il West Ham, transitando dal Porto. Solo la Lazio gli avrebbe potuto permettere di ritrovarsi, tornare a casa lo ha completato. Una volta era considerato solo per l’esplosività sulla fascia, a quelle doti ha aggiunto intelligenza tattica e continuità. Sarri lo disse subito, appena arrivato: «Voglio parlare con Felipe e capire cosa lo freni». Nei primi mesi laziali alternava momenti sì e momenti no: «Ha il tasto su off», ripeteva Mau. Oggi Felipe è continuamente connesso, permette alla Lazio di attuare il gioco lungo e corto. Il gol segnato a Reggio Emilia, lo 0-2, è nato da un fuoricampo di Provedel spizzato da Milinkovic. Felipe s’è fiondato in porta da contropiedista. Il gol rifilato al Milan, il 4-0, è nato colpendo da dentro l’area, da centravanti matricolato. Felipe ha messo la firma su tutte le vittorie conquistate dalla Lazio contro le concorrenti Champions: gol all’Inter (3-1), gol all’Atalanta (0-2), gol alla Roma (0-1), gol al Milan (4-0). Felipe Anderson è il simbolo tattico della seconda Lazio di Sarri. Una Lazio di costruzione e/o di ripartenza.


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