Lazio, Sarri-Fabiani ancora un chiarimento: Lotito irritato

Il presidente non ha gradito le esternazioni del tecnico. Ieri ha scelto di non andare a Formello evitando qualsiasi confronto diretto
Fabrizio Patania
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Si sono rovesciate le parti. La tensione, nei primi due anni di gestione, era tra Sarri e Tare. Lotito accarezzava e teneva buono Mau, reclamava unione di intenti come il “padre di famiglia” che si prodiga per evitare le divisioni. Ora tocca al diesse Fabiani, con grande fatica, mediare e cercare una via d’uscita, tenendo incollata la Lazio. La freddezza del presidente è totale, risponde alla logica della distanza, del silenzio e della supervalutazione della propria squadra, vizio di natura, a maggior ragione quando scuce qualche soldo in più, pur calcolando le spese con l’Iva e trascurando gli incassi realizzati (52 milioni con le cessioni di Milinkovic, Maximiano e Acerbi). «La Lazio è una big» ha fatto sapere attraverso i personalissimi canali di riferimento. Ieri mattina il tono al telefono era paradossale, non pilatesco. «Ero a Paestum, non so cosa abbia detto e come. E poi abbiamo un direttore, se ne occuperà lui. Oggi non vado a Formello». Tradotto dal lotitiano, usi e costumi conosciuti dal 2004: gelo a temperature polari, la stessa tensione di ogni volta in cui i suoi allenatori abbiano ceduto all’incauta tentazione di discutere il mercato dopo aver già violentato le tasche a chiocciola, come si dice a Roma. Ha delegato Fabiani, a cui è toccato il confronto, peraltro già avviato nella notte di San Siro, quando l’ufficio stampa gli aveva girato la registrazione della conferenza stampa. Nel linguaggio calcistico certe risposte possono essere comprensibili, non solo perché appartengono al 95% degli allenatori. Dal punto di vista mediatico, offrono lo spunto alla polemica, risultano poco opportune, soprattutto dentro un periodo di crisi, alla quarta sconfitta in sette giornate. Così ieri a Formello si è consumato il chiarimento definitivo tra società e tecnico.

Lotito-Sarri e il mercato estivo

Sarri farebbe spendere un miliardo a Lotito, lo ha detto più volte. Si parte da A e si arriva a scegliere tra X e Y, perché ci sono i nomi prendibili e quelli imprendibili a causa del budget o degli orientamenti societari. Lotito non voleva spendere per i trentenni, era orientato a ringiovanire l’organico. Mau avrebbe puntato 30 o 35 milioni su Berardi. La Lazio ha preferito investire su Castellanos e Isaksen, due futuribili al posto di un asso garantito per il salto di qualità immediato. A ognuno le proprie responsabilità, quando si tratta di analizzare i risultati a fine settembre. Sarri, dopo tanti silenzi (il 19 agosto era esploso in conferenza pur di non parlare di mercato), avrebbe potuto dribblare la domanda. Lotito dovrà farsene una ragione a meno che non pensasse allo scudetto: Milan, Inter e Napoli (senza discutere delle altre) hanno una cilindrata superiore, come si è visto a San Siro. Il tecnico non rischia il posto. Lotito non esonera, piuttosto stressa i rapporti e concede prove d’appello, rinviando le decisioni. In 19 anni ha licenziato solo Caso e Ballardini a un passo dalla Serie B, e Pioli ad aprile perché voleva mettere alla prova Inzaghi nel finale di campionato. E’ vero, però, che alcuni consiglieri (esterni al club) da fuori stiano soffiando sul fuoco.

Celtic e Atalanta due gare fondamentali

I temi affrontati da Fabiani sono stati diversi. Il mercato è superato, la Lazio ha sbagliato le prime due partite (con Lecce e Genoa) e deve recuperare terreno. Sarri è abituato a lavorare sul campo, ha bisogno di tempo, sta coinvolgendo tutti, come gli ha chiesto a più riprese Lotito. Isaksen e Castellanos sono due libri da scrivere, stranieri da addestrare. Un po’ alla volta entreranno in gioco. Cambi di modulo non sono previsti. La tentazione latente del 4-2-3-1 non ha mai fatto breccia nei pensieri del tecnico. Ora c’è da registare la fase difensiva (10 gol incassati in 7 giornate a fronte dei 30 totali in 38 partite del campionato scorso), riportando a una buona linea di rendimento i terzini e capendo perché la Lazio è diventata prevedibile. Sarri, prima dell’allenamento, ha tenuto il gruppo davanti al video per studiare il Celtic e ripassare gli errori compiuti con il Milan. La Champions conta, l’Atalanta di più: oggi prenderà forma il turnover per Glasgow.


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