Lazio, Guendouzi è indomabile: Sarri lo ha disciplinato

In Francia lo definivano un ribelle, per Emery non era fuori controllo. Con Mau finalmente sta esplodendo: premiato dall’Uefa come Mvp contro il Bayern Monaco
Carlo Roscito
4 min

Bollicine di Guendouzi, effervescente e persistente. Et voilà, arriva la Champions e lo champagne da accompagnamento. Il "player of the match" è stato il calciatore della veemenza e dello spirito battagliero, condizione necessaria in partite del genere. Sembrano montagne inscalabili alla vigilia, soltanto anime così danno la sensazione di poterle affrontare anche a mani nude. Sorrisino diabolico e sguardo che tradisce malizia. Gigantesco in mezzo al campo, anzi, tutto il campo: raddoppi difensivi, sostanza nel reparto, proiezioni offensive. La Uefa l'ha premiato come il migliore di mercoledì, il ventaglio allargato spingeva verso un imbuto con due nomi, il suo e quello di Immobile, stesso ardore e rigore decisivo. Ha fatto impazzire il Bayern e prima ancora i tifosi della Lazio: impeto per niente inferiore a quello dei tedeschi, sembrati meno super all'Olimpico.

Guendouzi, numeri incredibili

L'ultimo acquisto estivo è stato il primo a immergersi nella nuova Lazio, uscita dal calciomercato tra le scosse d'assestamento. Guendouzi è stato la spina di Tuchel a centrocampo, ha punto nelle zone di campo più dolorose, reggendo l'impatto fisico e trovando gli spazi per servire i compagni. Tre falli subiti, solo lo sgusciante Musiala - tecnica e caratteristiche differenti - ne ha guadagnati un numero maggiore (4). E poi 32 passaggi riusciti su 38, l'84% dei tentativi effettuati, Gila e Isaksen i più cercati (6 servizi per entrambi). Ha alternato gli appoggi all'indietro ai suggerimenti in avanti: palloni gestiti con qualità, non s'è fatto apprezzare solo per carisma e irruenza.

Guendouzi, amato e detestato

Tutto quello che serviva alla Lazio, non solo con il Bayern. Sta regalando personalità e coraggio, Guendouzi, e non ci sarebbe niente di cui stupirsi. Da sempre le sue intemperanze vanno canalizzate. Di anni ne aveva 19 quando giocava nel Lorient, seconda divisione francese. Non era stato convocato, a suo avviso ingiustamente: il giorno dopo, indignato, si presentò a colazione nel centro sportivo indossando la maglia dell'Ajaccio, proprio la squadra che 24 ore prima aveva vinto lo scontro diretto. La bravata gli costò l'esclusione anche per la gara successiva. Alla lunga vinse il suo temperamento: titolare nelle successive 8 giornate. All'Arsenal l'ha capito meglio Emery, almeno all'inizio: «Gioca con spirito, non è fuori controllo». Si fa amare e detestare altrettanto, tanto da essere definito il "calciatore più odiato di Francia" dopo un sondaggio tra tutti i tifosi.

Lazio, Guendouzi è esploso

Ammirato e insultato da chiunque, anche dall'ex pornostar Mia Khalifa: «Ti ho visto sdraiato più volte di me nel 2014!». Una critica che ha considerato come una medaglia. L'Équipe ci aveva messo il carico: «Un giorno incontrerà la persona sbagliata da provocare e la pagherà cara». Per fortuna l'ha trovato la Lazio. Classe 1999, la carta d'identità inganna guardandolo giocare e arrembare. Calcisticamente già maturo, eppure i margini di miglioramento sono ampissimi. Cresciuto nella periferia parigina da genitori emigrati dal Marocco, da bambino guardava con il padre le partite dell'Arsenal degli "invincibili". Il rendimento attuale potrebbe bastargli per tornare in Nazionale: Deschamps non l'ha più convocato dopo averlo inserito nella lista per il Mondiale in Qatar (1 presenza con la Tunisia). Niente Bleus da quel momento, ha fatto viola il Bayern: ça va sans dire.


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