Caso Maignan, Maresca: "Ho agito da fratello e rispettato la procedura"

Dopo gli insulti razzisti rivolti al portiere del Milan sul campo dell'Udinese parla l'arbitro del match: cos'ha detto

ROMA - Proseguono le manifestazioni di solidarità nei confronti di Mike Maignan, vittima di un grave episodio di razzismo durante il match della 21ª giornata di Serie A vinta in rimonta dal Milan sul campo dell'Udinese. E il giorno dopo a parlare del caso è anche Fabio Maresca, arbitro della partita che è stata anche interrotta per 5' dopo gli insulti razzisti rivolti al portiere francese: "Mi sono comportato da fratello maggiore - ha detto il direttore di gara all'Ansa -, ho provato sincero dispiacere per Maignan che era chiaramente colpito sul piano emotivo: che disagio ho provato per quei buu beceri... Fermo restando che il regolamento è chiaro, la linea dell'Aia e del designatore Rocchi non ammettono equivoci e io mi sono limitato a seguirli, come è mio dovere".


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Caso Maignan, il racconto dell'arbitro Maresca

"Il giocatore era prostrato emotivamente, in modo evidente, io gli ho appoggiato una mano sulla spalla ma lui è andato autonomamente dal quarto uomo e rappresentare la situazione - ha aggiunto Maresca, premiato nel 2018 con un riconoscimento speciale alla memoria di Stefano Farina in occasione della cerimonia del 'Premio Bearzot' al Coni -. Il quarto uomo mi ha informato e quindi ho cercato di rassicurare Maignan, anche sul piano umano, nel caso avesse avuto una reazione forte nei confronti di un tifoso o dei tifosi: qualsiasi cosa accada, gli ho detto, rivolgiti a me, resta in campo, ora faccio fare l'annuncio. Così è avvenuto, come è standardizzato - ha proseguito l'arbitro della sezione Aia di Napoli -, poi è stato ripetuto l'annuncio, sempre agli altoparlanti, e poi c'è stata la prevista sospensione della gara. L'arbitro può poi invitare le squadre a lasciare il terreno di gioco, cosa che però non è successa ieri. Nei casi più seri, si potrebbe arrivare alla interruzione della partita, sentendo il responsabile dell'ordine pubblico, ma non è stato necessario arrivare nemmeno a questo. In quei momenti - ha sottolineato ancora Maresca in merito alle sue sensazioni e reazioni -, ho provato grave disagio, per il giocatore ma anche per la situazione. Chi prova amore per questo sport, giocatori, arbitri, tifosi provano dolore a vedere interrotta una partita, una cosa bella per un evento così becero, per il comportamento di alcuni. Perchésolo di alcuni si tratta e non piace nemmeno l'idea di generalizzare".


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Razzismo, le parole di Gravina sul caso Maignan

Del caso ha parlato anche il presidente federale Gabriele Gravina: "Ho voluto manifestare la solidarietà a Maignan e condannare in maniera molto ferma quanto accaduto a Udine - ha detto il numero uno della Figc in un'intervista al Tg1 -. Le nostre norme del 2019 hanno funzionato, nessuno ha girato il proprio sguardo dall'altra parte, vuol dire che le norme hanno tenuto, ora bisognerà capire quali saranno le sanzioni. La sospensione è un messaggio molto forte, ma la sospensione o la chiusura definitiva di una partita di calcio con migliaia di spettatori allo stadio è un problema di ordine pubblico, non spetta a noi e noi non vogliamo sostituirci a chi ha il dovere, l'obbligo e il diritto di gestire l'ordine pubblico". Gianni Infantino intanto ha parlato anche dell'ipotesi di infliggere la sconfitta a tavolino automatica "per la squadra i cui tifosi hanno commesso atti di razzismo e causato l'annullamento della partita". "Se il presidente della Fifa ritiene che questa idea possa essere trasformata in norma può farlo - ha concluso il presidente federale -, noi ci adegueremo ai principi informatori che la Fifa indicherà".


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ROMA - Proseguono le manifestazioni di solidarità nei confronti di Mike Maignan, vittima di un grave episodio di razzismo durante il match della 21ª giornata di Serie A vinta in rimonta dal Milan sul campo dell'Udinese. E il giorno dopo a parlare del caso è anche Fabio Maresca, arbitro della partita che è stata anche interrotta per 5' dopo gli insulti razzisti rivolti al portiere francese: "Mi sono comportato da fratello maggiore - ha detto il direttore di gara all'Ansa -, ho provato sincero dispiacere per Maignan che era chiaramente colpito sul piano emotivo: che disagio ho provato per quei buu beceri... Fermo restando che il regolamento è chiaro, la linea dell'Aia e del designatore Rocchi non ammettono equivoci e io mi sono limitato a seguirli, come è mio dovere".


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