Simeone al Napoli: è Cholito lindo in Italia e in Champions

Arrivato negli ultimi giorni di mercato, l’ex Fiorentina e Verona è diventato subito azzurrissimo segnando due gol pesantissimi
Simeone al Napoli: è Cholito lindo in Italia e in Champions© FOTO MOSCA
Fabio Mandarini
4 min

NAPOLI - A Milano, Giovanni Simeone detto il Cholito l'ha risolta da centravanti di razza: movimento perfetto - l'odore della porta e la potenza - e un colpo di testa d'autore. Un cabezazo, come direbbe lui, argentino di Buenos Aires che colleziona sogni piangendo e urlando di gioia, fino a volare negli spogliatoi di San Siro: è così, correndo con le braccia aperte pronto al decollo, che i signori dei social del Napoli lo hanno ripreso dopo la partita vinta domenica con il Milan con il suo gol. Un video che lo racconta perfettamente: Gio è l'espressione della gioia del calcio e di una fame atavica sempre più rara. Sacrificio e passione: lui è uno che onora ogni pallone fino alla fine. È la sua cultura, è il suo dna: di Cholo in Cholito. Una storia bella che sta rendendo bellissima da quando è azzurra la sua vita: ha voluto il Napoli a ogni costo e ha aspettato anche rischiando, ma vuoi mettere giocare e segnare in Champions e poi lanciare la squadra al primo posto? Impagabile. Proprio come vivere la città di Maradona e lo stadio del Diego, un mito raccontato da suo padre. Un amico di famiglia. E sia chiaro: quello che Giovanni ha conquistato finora è soltanto frutto del lavoro e del talento, ma per come stanno andando le cose verrebbe quasi da dire che è benedetto dalla Mano de D1OS. Non è vero ma ci credo. E non guasterebbe mica.

Simeone, un esempio

E allora, l'incontro del destino: lui è l'attaccante (della Fiorentina) che nel 2018 ne fece tre nel giorno dello scudetto smarrito in albergo ed è anche l'attaccante (del Verona) che a novembre 2021 fece le prove generali proprio al Maradona portando in vantaggio i suoi. Sai cosa? Devono aver pensato da queste parti: meglio portarlo a casa. Simeone, del resto, non vedeva l'ora: ha atteso con pazienza la grande occasione, dopo una stagione da 17 gol e 6 assist, e così s'è messo a lavorare evitando le amichevoli estive fino a quando l'incastro Petagna-Monza non è diventato realtà. Insieme con il suo sogno: aveva offerte in Italia e all'estero ma aveva scelto il Napoli e alla fine l'ha avuto. Dote numero uno: non si arrende mai. Mai. «In famiglia viviamo così le partite. Per noi è dare tutto». L'impressione è che viva così proprio la vita: ha 27 anni, e dunque è ancora giovane, ma è un esempio per chi vuole fare il suo mestiere. Lui è uno che ce l'ha fatta lavorando duro e migliorando sempre.

Napoli, il riscatto del Cholito

Sì, l'idea è che il Cholito stia vivendo l'età dell'oro. La maturità: dal 2013 ha seminato con River, Banfield, Genoa, Fiorentina, Cagliari e Verona e ora fa il protagonista con il Napoli. Due gol decisivi partendo dalla panchina, finora, in 6 presenze e 190 minuti: il primo con il Liverpool (del 3-0), a due minuti dal suo ingresso al posto dell'infortunato Osimhen e al debutto assoluto in Champions, e il secondo domenica con il Milan (del 2-1). Da primo posto. Con i Reds, per la cronaca, ha anche costruito il poker di Zielinski e soprattutto ha pianto: per forza, sognava quel momento da quando a 14 anni decise di tatuarsi sull'avambraccio sinistro il pallone dei Campioni. Osi, insomma, può recuperare con calma: Gio e Raspadori se la stanno cavando alla grande, tanto che in Argentina s'è anche parlato dell'esclusione dalla Seleccion a dispetto dei gol e delle prestazioni. Già, i gol: il Napoli lo ha acquistato in prestito con diritto di riscatto (3+12 milioni) e di questo passo la strada è segnata, ma con 20 reti e la qualificazione in Champions la formula diventerebbe addirittura obbligo. Ecco: tutti obbligati a tifare per il Cholito. Olé.


© RIPRODUZIONE RISERVATA