Osimhen, Barella, Vlahovic incedibili, a meno che...

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Osimhen, Barella, Vlahovic incedibili, a meno che...
Ivan Zazzaroni
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Ivan Zazzaroni

Osimhen? Incedibile. A meno che… non arrivi l’offerta irrinunciabile. Così Aurelio De Laurentiis (anche) ieri durante la presentazione di Rudi Garcia. Da 130 milioni in su la proposta rientra nella categoria “indecenti e da accettare senza riserve”, sperabilmente con l’aggiunta di qualche bonus. Barella? Incedibile. «Vendiamo Brozovic», è la risposta che puntualmente esce dalla sede dell’Inter. A meno che… qualche club della Premier non si spinga fino a 90 milioni, anche 80 potrebbero bastare. Questa è la cifra che sarebbe stata indicata all’intermediario internazionale Fali Ramadani, incaricato di sondare il terreno inglese. Ramadani è tra i più attivi sul mercato italiano insieme ai soliti noti tanto cari - anzi, carissimi - ai presidenti della serie A. Vlahovic? Resta, sussurrano alla Juve dove l’argomento è un filo scabroso. A meno che…

I rimpianti delle big

Non potendo più permettersi gli “incedibili”, che aggiungono stabilità e valore alla squadra, il calcio italiano con le pezze al cuore si rifugia sempre più spesso nella formuletta scacciaguai - a meno che..., appunto -; frase che in qualche modo alleggerisce il peso dell’eventuale sacrificio tecnico. I nostri club hanno capito che chiudere la gioielleria in cassaforte non ha più senso, il campo viene peraltro incontro dimostrando che si possono raggiungere le finali europee con un po’ di fortuna e pur dopo essersi privati di qualche pezzo forte. Proprio il concetto di inavvicinabilità al campione ha alimentato vuoti di cassa e notevoli rimpianti. Penso ad esempio a quelli dello stesso De Laurentiis che rifiutò 60 milioni dal Psg per Allan, in seguito finito all’Everton per 24; oppure i 105 messi sul tavolo dallo United per Koulibaly, poi venduto al Chelsea per 40. Quaranta li offrì sempre il Chelsea per Hysaj, che tempo dopo Lotito prese a zero. E vogliamo parlare di Skriniar? L’Inter non se la sentì di mollarlo al Psg per 55 e pochi mesi più tardi l’ha virtualmente salutato senza ricevere un euro. Dybala è un caso a parte: fu lui a tirarsi indietro col Tottenham. Risultato, 65 (milioni) potenziali a zero. Dalla Roma.

Idee, competenza e coraggio

L’estate scorsa il nostro giornale assegnò il voto più alto al mercato del Napoli che s’era liberato di Insigne, Koulibaly, Mertens e Fabian Ruiz, sostituiti da Kvara, Kim, Simeone e Raspadori: nell’occasione sottolineammo l’importanza delle idee, della competenza e del coraggio. Grazie allo straordinario lavoro di Spalletti, abbiamo avuto ragione. Da osservatori molto appassionati preferiremmo sempre seguire un campionato pieno di campioni e giovani talenti possibilmente titolari. Non vi dico le tv che pagano fiori di milioni e sognano un Ronaldo per squadra. Perciò ci auguriamo di non dover fare a meno degli Osimhen, dei Barella e dei Vlahovic. Ci rendiamo tuttavia conto del momento storico e che soltanto attraverso il riequilibrio dei conti, qualche privazione solo apparentemente insopportabile e soprattutto investimenti sugli impianti il calcio italiano può restituirsi un futuro. Al ricambio generazionale dei manager del pallone non crediamo più da un secolo. Sono gli unici incedibili, ma per assenza di offerta.


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