Napoli, Calzona torna alle radici: palleggio e 4-3-3

Dal ciclo Sarri allo scudetto con Spalletti: è il modulo che fa parte del dna azzurro. Il nuovo tecnico si affiderà a Lobotka, ma in Champions dovrà rinunciare a Zielinski

Guarda un po’ chi si rivede, dalle parti di Castelvolturno. L’uomo che ha lavorato nell’ombra, ma lasciando splendidi ricordi, senza dover andare indietro nel tempo chissà quanto. Freschi, recenti, tanto da rientrare nello spogliatoio e trovare l’80% di volti conosciuti. Sarà così, questa mattina al Konami Training Center, dove rimetterà mano al suo 4-3-3. Un dogma che aveva applicato prima da vice di Sarri, poi da collaboratore tecnico di Spalletti. È un purista di quel sistema di gioco, Francesco Calzona detto Ciccio. Non ha bisogno di studiarlo, lo mastica alla perfezione, discorso che vale anche per i giocatori, seppur ora confusi da difesa a 3 e da altre soluzioni tattiche che non hanno portato i risultati sperati.

Napoli, Calzona incontra Kvaratskhelia

Conosce più o meno tutti, il ct della Slovacchia e ora anche allenatore del Napoli ad interim. Alcuni da una vita, come Mario Rui e Zielinski, altri da meno tempo, ma abbastanza da sapere cosa possono dare come farli rendere al meglio. Non conosce Kvaratskhelia e gli altri arrivati in estate e a gennaio, da Natan a Cajuste, passando per Lindstrom e gli ultimi arrivati Traore, Ngonge e Mazzocchi. Non li conosce almeno personalmente, ma farà in fretta vista la sua forte personalità arricchitasi da anni di collaborazione con due totem della tattica.

Napoli, Calzona si affida ai senatori

Per ora, presumibilmente, s'affiderà a ciò che resta della vecchia guardia. A partire da Meret in porta, continuando con la difesa a 4 che può dare maggior garanzie: Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Mario Rui, uno dei meno impiegati e dei meno contenti quando s’è passati alla difesa a tre. Il portoghese e Olivera avranno più spazio già a partire da domani contro il Barcellona, a seconda di come si svilupperò la partita. Non potrà schierare in Champions Zielinski, che conosce come un figlio, ma potrà contare su Lobotka, che anche nella sua Slovacchia è un giocatore imprescindibile a cui affidare le chiavi del centrocampo. Ai suoi lati Anguissa e uno tra Cajuste e Traore, da qui non si scappa. In attacco, con il rientrante Osimhen, Calzona punterà su Kvaratskhelia e inizialmente su Politano, che conosce bene, ma lasciando un occhio vigile su Ngonge, che ha fatto tanto bene quando è entrato a partita in corso.


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Napoli, una sfida per Calzona

Dovrà lavorare sui movimenti del georgiano, Calzona. Per anni, su quella fascia, ha avuto Insigne, uno a cui non bisognava spiegare niente e che faceva un lavoro enorme anche in fase difensiva, dettaglio che sarà imprescindibile contro il Barcellona. L’ha visto in tv, Kvaratskhelia, lo conoscerà di persona questa mattina a Castelvolturno. Una chiacchierata, qualche indicazione tattica, poi la rifinitura nel pomeriggio, dove gli chiederà poche cose ma precise. Movimenti che conosce, che non gli suoneranno chissà quanto diversi da ciò che gli si chiedeva l’anno scorso. Sarà un mix di nozioni che hanno il marchio di Sarri e di Spalletti, gli allenatori che a Napoli hanno fatto vedere il calcio più bello, ma con un tocco, inevitabile, di Calzona, una vita da vice e l'idea, brillante, di intraprendere la carriera da solista soltanto due anni fa. Ha già riscosso successi da commissario tecnico, portando la Slovacchia a qualificarsi per l’Europeo. Può confermarsi in questi pochi mesi a Napoli, dove l’aspetta una sfida altrettanto se non ancor più stimolante e difficile. Si rimboccherà le maniche, dovrà fare tutto in fretta e alla sua maniera.


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Guarda un po’ chi si rivede, dalle parti di Castelvolturno. L’uomo che ha lavorato nell’ombra, ma lasciando splendidi ricordi, senza dover andare indietro nel tempo chissà quanto. Freschi, recenti, tanto da rientrare nello spogliatoio e trovare l’80% di volti conosciuti. Sarà così, questa mattina al Konami Training Center, dove rimetterà mano al suo 4-3-3. Un dogma che aveva applicato prima da vice di Sarri, poi da collaboratore tecnico di Spalletti. È un purista di quel sistema di gioco, Francesco Calzona detto Ciccio. Non ha bisogno di studiarlo, lo mastica alla perfezione, discorso che vale anche per i giocatori, seppur ora confusi da difesa a 3 e da altre soluzioni tattiche che non hanno portato i risultati sperati.

Napoli, Calzona incontra Kvaratskhelia

Conosce più o meno tutti, il ct della Slovacchia e ora anche allenatore del Napoli ad interim. Alcuni da una vita, come Mario Rui e Zielinski, altri da meno tempo, ma abbastanza da sapere cosa possono dare come farli rendere al meglio. Non conosce Kvaratskhelia e gli altri arrivati in estate e a gennaio, da Natan a Cajuste, passando per Lindstrom e gli ultimi arrivati Traore, Ngonge e Mazzocchi. Non li conosce almeno personalmente, ma farà in fretta vista la sua forte personalità arricchitasi da anni di collaborazione con due totem della tattica.

Napoli, Calzona si affida ai senatori

Per ora, presumibilmente, s'affiderà a ciò che resta della vecchia guardia. A partire da Meret in porta, continuando con la difesa a 4 che può dare maggior garanzie: Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Mario Rui, uno dei meno impiegati e dei meno contenti quando s’è passati alla difesa a tre. Il portoghese e Olivera avranno più spazio già a partire da domani contro il Barcellona, a seconda di come si svilupperò la partita. Non potrà schierare in Champions Zielinski, che conosce come un figlio, ma potrà contare su Lobotka, che anche nella sua Slovacchia è un giocatore imprescindibile a cui affidare le chiavi del centrocampo. Ai suoi lati Anguissa e uno tra Cajuste e Traore, da qui non si scappa. In attacco, con il rientrante Osimhen, Calzona punterà su Kvaratskhelia e inizialmente su Politano, che conosce bene, ma lasciando un occhio vigile su Ngonge, che ha fatto tanto bene quando è entrato a partita in corso.


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