Napoli, Osimhen ha la febbre: oggi il test decisivo

Il nigeriano non vuole fermarsi. Azzurri inquieti: il bomber è appena rientrato
Antonio Giordano
3 min

Quando sale la febbre, può essere anche un buon segno: e però stavolta invece è altro, nulla che preoccupi ma un po’ inquieta. In un anno così, in cui lo scudetto è finito nella carta stagnola, se il termometro orienta l’umore, non è il caso di prenderla alla leggera: la spia s’è accesa, poi si è spenta, e comunque conviene darci un’occhiata anche oggi, prima di salire sul charter che indirizza verso l’«utopia». Con Osimhen è (stata) una vita, scanzonata e pure allegra, comunque piena di speranze; senza, maledizione, ne è diventata (ora) un’altra, faticosamente aggrappata anche al destino: e sarà per questo che pure un colpo di tosse costruisce stati d’ansia. Il venerdì è un giorno suggestivo, talvolta suggerisce le scelte di formazione, in genere aiuta a guardarsi dentro, a capire: Francesco Calzona ha parlato con i medici, poi ha dato una sbirciatina al campo ed infine ha intuito che il provino per domani è rinviato ad oggi, in quella che in gergo si chiama rifinitura, perché Osi non va rischiato per un allenamento importante ma non decisivo. Un pochino di palestra, due sorrisi - in ottimismo - da spargere sulla compagnia e la percezione che, in fin dei conti, è giusto attendere ma senza fasciarsi la testa: lieve alterazione, si dice così, che dovrebbe rientrare in fretta, evitando di ritrovarsi travolti dal pessimismo cosmico che negli ultimi nove mesi non è quasi mai mancato e che ancora si avverte tra le pieghe dell'amarezza.

Napoli, Osimhen vuole esserci

Osi è pronto per esserci e lottare assieme al Napoli, dopo averne saltate tante, anche troppe: diciannove presenze (e nove gol, sparsi tra il campionato e la Champions League), però due assenze in Europa ed altre undici in campionato, tra le bizze di un bicipite femorale, una squalifica per somma di ammonizioni e la coppa d’Africa che lo ha «rapito» per due mesi esatti. Ci sono voluti sessanta giorni per ritrovarselo, per gustarsi - contro il Barça - una delle sue giocate (stavolta astuzia, fisicità e tecnica combinate in un colpo solo, quello dell’1-1) e ri nunciarci adesso non è il caso, anzi è assolutamente vietato: Osimhen si è concesso un differenziato, una piccola pausa di riflessione, prima di proiettarsi in Cagliari-Napoli, il tentativo disperato di costruire un’impresa. E’ così che sale la febbre...


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