Pastore ha deciso: "Torno al Talleres. Stop agli infortuni grazie a Fonseca"

Il trequartista argentino vuole rientrare in Argentina: "Ne ho già parlato con mia moglie, troveremo una soluzione per i bambini. De Rossi? Sembra un ragazzo di 18 anni"
Pastore ha deciso: "Torno al Talleres. Stop agli infortuni grazie a Fonseca"© LAPRESSE
Jacopo Aliprandi
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ROMA - Tre partite consecutive, probabilmente quattro se scenderà in campo contro l’Udinese, e la speranza di essere finalmente tornato un giocatore a tutti gli effetti. Javier Pastore si è conquistato la fiducia di Fonseca e dei tifosi dopo le buone prestazioni contro il Borussia Moenchengladbach e il Milan, convincendo soprattutto per la tenuta fisica e il carattere che ha messo in partita. El Flaco vuole dimostrare che soltanto gli infortuni lo hanno frenato la scorsa stagione e che può ancora dare tanto in campo. Alla fine della stagione, quando avrà compiuto 31 anni, rifletterà sul suo futuro e sulla voglia di ritornare a casa, Cordoba. 

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Pastore non ha mai nascosto la sua volontà di chiudere la carriera in Argentina, tornando nel club che lo ha cresciuto e lanciato nel calcio che conta: “Il mio grande desiderio è quello di ritirami dopo aver giocato al Talleres, ma ovviamente ci sono molti fattori da valutare - le sue parole a una radio Sucesos -. Sicuramente se tornerò in Argentina vorrei farlo al momento giusto e non solo per fare presenza: andrò al Talleres per lottare per un posto da titolare. Non voglio andare lì solamente per quello che ho fatto in Europa, ma per quello che ancora potrò fare”. 

La volontà di Pastore è quella di rientrare in Argentina nei prossimi anni, quando ancora potrà risultare decisivo per qualche stagione: “Di questa idea parlo molto con mia moglie. Lei è italiana e immaginerete sicuramente la sua reazione ogni volta che le esprimo il mio desiderio di tornare a Cordoba. Ma siamo andati più di una volta e a lei piace molto la città. Bisognerà pensare ai bambini, al loro ambientamento e alla scuola, ma il mio desiderio - e ce l’ho in testa da un bel po’ - è quello di chiudere al Talleres, senza ombra di dubbio”. 

LA FAMIGLIA 

Pastore ha raggiunto i trent’anni, a giugno ne compirà trentuno. È maturato e si sente più responsabile anche con la famiglia: “Sono molto legato a loro, adesso anche più di prima. Gli scorsi anni ero molto fuori di casa e i miei figli erano più piccoli e stavano sempre con la madre. Adesso invece ho maggiori responsabilità e sono più affezionati a me”.

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GLI INFORTUNI E FONSECA

Nella Capitale ha vissuto molti periodi bui, causa infortuni che lo hanno ‘costretto’ a rimanere a casa e non viaggiare con la squadra. Adesso per il Flaco sembra andare tutto nel verso giusto: “Gli ultimi due anni non sono stati buoni. Ora invece ho trovato persone che mi stanno aiutando a uscire da queste lesioni che mi hanno fermato a lungo. A inizio stagione ho subito parlato con il nuovo staff dei preparatori che è subentrato con Fonseca e gli ho spiegato la mia situazione. Avevo bisogno del loro aiuto. Finalmente, dopo tanto tempo, ho potuto giocare due partite in tre giorni. Grazie allo staff, grazie a Fonseca per la fiducia”. 

L’ADDIO AL PSG

Quella fiducia che non sentiva più al Paris Saint Germain e che lo ha convinto a lasciare la capitale francese: “Avevo ancora un contratto con loro, ma ho deciso di andare via perché non avevo più spazio in squadra. Non mi sentivo più importante per il club, a causa dell’arrivo dopo alcuni giovani. Ho deciso di venire alla Roma per continuare a sentirmi un giocatore ancora importante e competere per ogni partita”. 

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DE ROSSI

Il contratto con la Roma scadrà nel 2023, ma la sua Argentina sta già cominciando a chiamarlo. Un po’ come è successo a De Rossi, che sta vivendo l’esperienza al Boca Juniors: “Con Daniele ho condiviso lo spogliatoio per un anno. Ha 36 anni, ma sembra un ragazzino di 18, non vuole smettere di giocare a calcio. Si allena ogni giorno come se fosse l’ultimo.  Quando è partito per l’Argentina ho subito pensato che sarebbe stato un giocatore molto importante per il Boca Juniors, anche se so benissimo che il calcio argentino è più complicato di quanto si possa immaginare. Daniele era abituato a un altro calcio in Italia dove tatticamente faceva la differenza. È arrivato al Boca in un momento difficile, dopo la finale persa contro il River a Madrid. Forse è anche per questo che è stato più complicato il suo inserimento tra i titolari". 


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