Zaniolo e il retroscena sul messaggio di Modric

Le parole del talento giallorosso: "Fonseca è adatto a me. Io una bandiera giallorossa? Mi piacerebbe. La 10? La mia maglia è la 22. Proverò a finire il campionato"
Zaniolo e il retroscena sul messaggio di Modric© ANSA
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ROMA - Prima il bacio della maglia che aveva fatto impazzire i tifosi, adesso delle dichiarazioni che sanciscono il definitivo amore tra Nicolò Zaniolo e la tifoseria giallorossa. "Mi piacerebbe diventare una bandiera della Roma, ma ora devo pensare a tornare e a giocare. Vorrei rimanere qui il più possibile, devo tutto alla Roma e sono innamorato della città". Il talento giallorosso ha raccontato in un'intervista a Sky le emozioni di questi primi due anni da professionista. 

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Sulle condizioni del ginocchio. 
"Va molto bene, ogni giorno miglioro sempre di più. Alla fine la mia giornata non è cambiata più di tanto, di solito andavo al campo e ora gli esercizi che facevo lì li faccio a casa. Fortunatamente il ginocchio risponde bene, spero di continuare così".

Come sono stati i primi giorni?
"Non nascondo che i primi giorni ho faticato a parlare, è stata una doccia fredda. Appena ho sentito il ginocchio fare stop ho capito fosse grave. Nei giorni successivi l'avevo già metabolizzata e facevo il conto alla rovescia per il ritorno in campo, e pensavo solo a recuperare e fare quello che i medici mi dicevano".

Il professor Mariani: "Ciao Nicolò, so che stai benissimo. I medici della Roma mi dicono ottime cose sul recupero delle tue condizioni, prima o poi spero di rivederti. Anche perché sei un ragazzo grintoso che è riuscito a farsi spostare gli Europei e la fine della stagione".

Zaniolo risponde a Mariani: "Mi ricordo ancora la sera di Roma-Juve e mi aveva detto che il ginocchio era rotto, avevo gli occhi pieni di lacrime e lui mi aveva capito. Mi è sempre stato vicino, anche dopo l'operazione veniva 2-3 volte al giorno per darmi conforto. Se tutto va bene è anche grazie a lui".

Ha rivisto l'azione?
"Sì, non nascondo che ancora la vedo e mi vengono i brividi. Mi ricordo il rumore prima di cadere a terra, è stata una brutta sensazione che spero non capiti a nessuno".

È possibile pensare a Zaniolo in campo alla ripresa degli allenamenti?
"Siamo al terzo mese e non so bene le dinamiche. Sono dell’idea che è sempre meglio un giorno in più che uno in meno. Ora penso a stabilizzare il ginocchio al 100%, poi se c’è la possibilità sono il primo a voler concludere il campionato con la mia squadra".

Cosa le ha insegnato l’infortunio?
"Molte cose. Mi dicevano che sarebbe servito per crescere ed è la verità. Ti fa mettere sul tavolo le cose importanti, sto curando le cose nei minimi particolare per tornare meglio di prima. Mi ha insegnato a stare attento ai dettagli.Molte cose. Mi dicevano che sarebbe servito per crescere ed è la verità. Ti fa mettere sul tavolo le cose importanti, sto curando le cose nei minimi particolare per tornare meglio di prima. Mi ha insegnato a stare attento ai dettagli".

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Modric le ha mandato un messaggio?
"Sì, gli ho chiesto la maglia quando abbiamo giocato ed ho ricevuto un messaggio. E' stato un grandissimo onore e riconoscimento da un campione come lui".

L'esordio tra i professionisti al Bernabeu non è da tutti…
"Mi ricordo ancora la riunione tecnica la mattina, quando il mister mi disse di giocare. Io ho detto subito sì, ma ero incredulo. Ho tutte le azioni in testa, ricordo tutto benissimo. E' un giorno che non dimenticherò mai".

Di Francesco gliel'ha detto la mattina o il giorno prima?
"Io non pensavo nemmeno di partire per Madrid, noi eravamo 26 e la lista era di 22. Non mi ha fatto sapere nulla, alla riunione tecnica ha detto così".

Quanto sono stati importanti Mancini e Di Francesco?
"Di Francesco mi ha inserito tra i grandi e mi ha fatto capire come funziona tra i grandi e quanto sia importante il lavoro settimanale. Devo tanto a lui come a Mancini che ha creduto in me convocandomi senza mai una partita tra i professionisti. Quando mi ha convocato in Nazionale non ci credevo, vedevo il mio nome e pensavo fosse un errore. Non avevo fatto nulla e non mi sembrava vero. Il primo giorno a Coverciano ero come un bambino al parco giochi".

Ha mai pensato di non farcela?
"Io venivo dal settore giovanile alla Fiorentina, erano la mia famiglia. Avevo amici nella squadra e mi hanno scartato. Sono andato all'Entella, ma anche lì facevo fatica e non giocavo. Scartato da una parte ed in panchina dall'altra non ce la facevo. Mio papà mi ha detto di fare una settimana a mille e di vedere. Da lì è partito tutto e lo devo ringraziare".

Come nasce la trattativa con la Roma?
"Avevo finito il percorso in Primavera. Nelle mie intenzione era di andare a giocare con i grandi. Di certo non mi aspettavo la chiamata della Roma. E’ stato tutto molto casuale. Mi è arrivato un messaggio di mio padre che mi chiedeva se fossi pronto per partire per Roma il giorno dopo".

Che città ha trovato?
"Ho trovato una città fantastica che è in grado di amarti, che gioca e vive di calcio. Una società unica. Ho trovato persone fantastiche, vivo benissimo, ho trovato anche la fidanzata. Devo tantissimo a Roma se non tutto".

Lo sente il legame con la città?
"Certo, ad esempio quando ho subito l'infortunio all'ospedale c'erano tantissimi tifosi pronti a venirmi a salutare, tantissimi i messaggi. C'è un ragazzo che da quando mi sono fatto male mi scrive i giorni che mancano al rientro. Sto facendo tanto per questa città ma anche i tifosi stanno facendo tantissimo per tirarmi su il morale anche quando è dura".

Chi è Totti per lei? Le piacerebbe diventare una bandiera della Roma?
"Totti è l'idolo, il simbolo di Roma. Lui e De Rossi sono simboli che difficilmente si possono eguagliare. Mi piacerebbe diventare una bandiera della Roma, ma ora non devo pensare a questo ma a rientrare, a giocare e a divertirmi. Questo è il mio obiettivo, se succederà succederà. Alla Roma devo tutto sono innamorato di questa città".

Ha provato a chiedere la 10?
"No, la mia maglia è la 22".

Cosa è successo in ritiro con l'Under 21 quando è stato escluso?
"Erano due-tre giorni che io e Kean facevamo ritardi alla riunione tecnica, era un periodo negativo, anche all'Europeo non ho fatto bene. Ero arrivato a fine anno stremato fisicamente e mentalmente e mi sono lasciato andare, ma quella cosa mi ha insegnato come devo comportarmi. Quei ritardi hanno portato giustamente il mister Di Biagio a metterci fuori per dare un segnale alla squadra, ma non succederà più perché ho capito qual è stato l'errore".

Come mai ritardi?
"Guardavamo poco il gruppo Whatsapp della squadra dove c'erano scritti gli orari, è stata una decisione giusta da parte del mister".

Il primo incontro con Fonseca?
"Ero reduce dall'Europeo Under 21 e sono arrivato qualche giorno dopo la squadra. Ho subito avuto il feeling giusto con lui, mi sono subito messo a sua disposizione. E' una persona fantastica, sia come persona che come allenatore, è preparato e dice in faccia tutte le cose che pensa. E' il mister adatto alla Roma e al nostro gruppo".

Dopo il suo infortunio, Zaniolo alla Roma è mancato. Da fuori, cosa è mancato alla squadra?
"Ne abbiamo parlato, quando i primi risultati non venivano è mancato il coraggio della giocata e le partite diventavano prevedibili. Poi ci siamo ripresi e a Cagliari abbiamo fatto una gran partita".

Ha capito qual è il tuo ruolo ideale?
"Non avevo mai fatto l'esterno, ma ora mi trovo molto bene perché sono sempre fronte alla porta e sono in grado di puntare l'uomo. Lo sto migliorando e credo di migliorare ancora. La mezz'ala mi piace molto farla, perché sono nato lì, ma anche il trequartista. Ora preferisco l'esterno destro".

Come trascorre il tempo ora?
"Mi alzo più tardi così le giornate sono meno lunghe. Mangio e vado ad allenarmi. Poi sto con la mia ragazza e faccio due chiacchiere con la mamma. Poi film e cena. Le giornate sono abbastanza monotono. In questi giorni sono abbastanza insopportabile e faccio arrabbiare mamma e fidanzata e spesso devo chiedere scusa".

La Roma si è distinta per le iniziative contro il coronavirus.
"Come ho già detto queste iniziative sono fondamentali e sono orgoglioso di farne parte. La salute è più importante del calcio. Devo ringraziare anche i tifosi che hanno donato e sono orgoglioso di questa società, spero di restarci tanto".


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