ROMA - È il giorno di Sergio Oliveira. Dopo l'allenamento di ieri e la prima partitella con il gruppo, oggi il centrocampista portoghese si è presentato in conferenza stampa. Arriva dal Porto con la formula del prestito a un milione con diritto di riscatto fissato a 13 più bonus legati alle presenze e ai risultati del club.
La società e Mourinho si aspettano di aumentare la personalità, ti senti pronto a 29 anni di poter aiutare questa squadra ad avere una mentalità vincente?
“Risponderò in portoghese, imparerò l’italiano ma oggi parlerò in portoghese. Ho 29 anni, sono in un'età matura. Per quanto riguarda la personalità, il mister è abituato a vincere e ad avere giocatori importanti. La Roma ne ha molti, io mi sento uno in più per aiutare la squadra a crescere”.
Hai molta freddezza sui calci piazzati, in particolare nei rigori. Quest’anno la Roma ha avuto fragilità in questo fondamentale, ti senti di poter diventare il rigorista della Roma?
“Calcio spesso i piazzati ma questa è una decisione che spetta al mister. La Roma ha giocatori di qualità come Veretout e Pellegrini, battere un rigore significa assumersi molte responsabilità”.
Cosa ti ha convinto a venire a Roma, quest’anno nel porto giocavi meno, come mai? Pensi di poter rimanere a Roma più di sei mesi?
“Sono uno a cui piacciono le sfide. Sono grato al Porto per averi fatto crescere molto. Venivamo da un periodo di cinque anni insieme, la scorsa stagione è stata la migliore per me. Sono qui per dimostrare il mio valore sia in allenamento che in partita. Voglio dimostrarlo per rimanere qui a lungo”.
L'idea di tornare in Nazionale è stata decisiva per venire qui a Roma?
”Il mio obiettivo è tornare in nazionale. Il Portogallo deve vincere la prima partita e poi potrebbe affrontare l’Italia. Il Portogallo ha tutte le carte per giocare il prossimo mondiale”.
Ti sei definito box to box ma dove pensi di esprimerti meglio?
“La mia posizione preferita è in un centrocampo a 3 come numero 8 o più basso in un centrocampo a due. L’importante è aiutare la squadra”.
Come ti spieghi questa esplosione così tardiva?
“Credo sia stato un percorso normale, non tutti siamo Mbappe. Ci sono state delle difficoltà in questo percorso. Ho imparato tantissimo sia dentro che fuori dal campo. Mi sento un calciatore completo ma non cambierei nulla delle mie esperienze, senza di esse non sarei quello che sono oggi”.
Perché hai scelto il numero 27?
“E’ da molto tempo il mio numero e mi sento molto a mio agio con questo numero”.
Sono quasi tre giorni che sei qui, cosa ti ha colpito di più di questi giorni?
“Mi ha sorpreso la qualità della squadra. Le infrastrutture sono eccellenti. Sono stato accolto molto bene da tutti e li ringrazio. Seguivo già la Roma e vedendola anche da fuori si riescono a capire i movimenti che sono utili in campo. Con il passare del tempo mi sentirò sempre più a mio agio e le cose miglioreranno".