ROMA - Non si viene soprannominati 'Special One' per caso. E se lo stile delle sue squadre non piace a tutti, nessuno può ignorare il carisma e la leadership di José Mourinho, un tecnico che anche alla Roma è riuscito a compattere in maniera incredibile un intero ambiente: giocatori e tifosi, tutti uniti e pronti a seguire il loro generale in 'battaglia' come accadrà il 31 maggio per la finale di Europa League a Budapest contro il Siviglia. Il sogno, dopo il trionfo in Conference dell'anno scorso, è quello di regalare il secondo trofeo europeo consecutivo al club e lasciare un segno ancora più profondo della sua presenza nella Capitale, come del resto gli è sempre riuscito ovunque si sia ritrovato ad allenare.
Visualizzazioni record per Mourinho
Porto, Inter, Chelsea, Real Madrid, Manchester United e ora la Roma: un rapporto viscerale con tutti i club in cui ha lavorato, tranne il Tottenham come ha spiegato lui stesso nel 'Media Day' dei giallorossi in vista della finale della Puskas Arena. Una spiegazione data in tipico stile Mou, senza risparmiare qualche frecciata a Daniel Levy, presidente degli 'Spurs' preso di mira dal portoghese. Un piccolo show il cui video postato su Twitter da Sky Sport ha totalizzato 3,5 milioni di visualizzazioni: "Solo nel Tottenham non sono riuscito a creare questa connessione - ha detto Mourinho -. Forse perché lo stadio era vuoto a causa del Covid o forse perché mr Levy non mi ha lasciato giocare una finale e vincere un trofeo". Lo 'Special One' fu infatti esonerato prima di poter disputare la finale di Carabao Cup, poi persa dai londinesi contro il Manchester City, mentre per fortuna della Roma a Budapest sarà regolarmente al suo posto.