Roma, con Mourinho due anni Special tra successi e passioni

Il 2 luglio 2021 José sbarcava per la prima volta nella Capitale per cominciare l’avventura che ha cambiato la storia recente del club giallorosso
Roma, con Mourinho due anni Special tra successi e passioni© Getty Images
Jacopo Aliprandi
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Data, 2 luglio 2021. Orario, 14.44. La nuova era della Roma è cominciata due anni fa a Ciampino, con lo sbarco dell’uomo del destino, il tecnico dei “tituli”, il portatore di speranza. Poi tramutata in realtà. Sono trascorsi esattamente due anni dall’arrivo di José Mourinho alla Roma, una data che resterà impressa nella storia del club giallorosso, un nuovo capitolo cominciato con una festa “da scudetto”, proseguita con le celebrazioni per la Conference, e che ancora oggi continua a manifestarsi con i sold out all’Olimpico. Mourinho, l’inizio del cambiamento. Quello dell’ambiente, mai così compatto e unito negli ultimi trent’anni, ma anche quello all’interno del club. E in gran parte spinto (se non forzato) proprio dallo Special One che poco dopo il suo sbarco già inculcava al club e ai suoi tifosi una mentalità vincente che, diciamo, non era proprio di casa negli anni passati. Alcuni lo hanno definito “bollito” per aver scelto una squadra al di sotto dei top club europei che aveva allenato in passato. Altri hanno preso in giro per le sconfitte col Bodø e qualche inciampo in campionato, salvo poi risalire tutti sul carro (quello scoperto che ha girato tra Circo Massimo e Colosseo) una volta vinta la Conference League e dopo essere arrivato alla finale di Budapest, poi persa con il grande contributo di Taylor.

Mou, la Roma e quel 2 luglio

I tifosi invece non hanno mai avuto dubbi su di lui dal primo giorno del suo arrivo. Una folla del genere tra l’aeroporto e Trigoria non si vedeva dai tempi dell’arrivo di Batistuta. Ecco, i romanisti lo hanno accolto allo stesso modo sapendo che il suo arrivo valeva un trofeo. Non solo quello da mettere in una bacheca di cui si era persa la chiave per quattordici anni, ma anche un trofeo sentimentale, romantico, emozionale. Perché con Mou nel bene o nel male le emozioni non mancano mai. Quel 2 luglio 2021 resterà una data impressa nella testa di tutti i romanisti, sia quelli presenti all’aeroporto, sia coloro che sono stati costretti a seguire a distanza il suo sbarco. Trentacinque gradi, il caldo torrido e un sole accecante che sbatteva sul cemento infuocato del terminal. Eppure nessuno si è tirato indietro quel giorno, reso ancor più speciale perché il primo vero raduno dei tifosi dopo la pandemia. Tante mascherine - che rendevano ancora più soffocante quella giornata rovente -, ma anche la felicità del primo assembramento - legale - tutto giallorosso. Ore 14.30. L’aereo pilotato da Dan Friedkin atterra a Ciampino. Quattordici minuti dopo lo Special One scende le scalette e sale sull'auto al centro del del convoglio in stile Usa, quasi presidenziale. Poi il finestrino abbassato all’uscita dal gate per salutare i romanisti che erano lì per lui. Migliaia di romanisti hanno aspettato ore e ore a Ciampino solo per salutarlo quei pochi secondi, "Ma ne è valsa la pena", il motto di chi era lì.

Il maxi lavoro a Trigoria

Poi la festa vera a Trigoria. Mourinho dalla terrazza che affaccia sul piazzale Dino Viola ha salutato i romanisti con la sciarpa giallorossa. Indicando il logo con orgoglio e fierezza, lo stesso gesto fatto con la mano 30 giorni fa quando ai tifosi ha detto "Resto qui per voi". Un ciclo che si è aperto quel 2 luglio e che continua ad andare avanti grazie al suo carisma, alla voglia di dare ancora di più ai romanisti che in queste due stagioni non lo hanno mai abbandonato, anche negli inevitabili momenti di sofferenza sia dei risultati che dello stesso tecnico. Non ha mai nascosto le difficoltà del mercato, di una rosa non all’altezza della Champions e delle sue ambizioni sebbene i suoi continui sforzi e telefonate per riuscire a portare a Roma giocatori importanti. Uno su tutti, quel Dybala rimasto lusingato dal corteggiamento di Mou e dei Friedkin e che è stato elemento fondamentale di un attacco che ha realizzato pochi gol. E adesso José vuole concentrarsi sul campo: "I miei giocatori meritano di più, e anche io merito di più. Resto, ma sono un pochino stanco di essere così tanto". A lui le lotte agli arbitri, quella comunicazione a volte scomoda per difendere i suoi ma anche per dare una scossa a quei giocatori che non stavano dando il massimo per il gruppo. Dalla notte degli epurati, dopo la sconfi tta in Norvegia, all’esclusione di Karsdorp a novembre fino alle stoccate ad Abraham per una stagione deludente. Bastone e carota per mantenere sempre alta la concentrazione dei suoi. Due anni intensi, sempre focalizzato sull’obiettivo di aiutare a crescere i giocatori e il club. E così vuole fare anche nel suo terzo anno. Per questo ha rifiutato mercoledì scorso l’offerta formale da 96 milioni di euro in tre anni dell’Al-Ahli. Per l’Arabia c’è tempo, Mou ha ancora voglia di lottare e battersi per la Roma, i suoi giocatori e i suoi tifosi.


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