Roma, Kristensen è sicuro: "Arriveremo in alto e Mourinho è il top"

A colloquio con il difensore danese che ha già conquistato il tecnico
dall'inviato Roberto Maida
4 min

Per niente intimidito dalla precarietà, ma anzi attratto dalla prospettiva a breve termine, Rasmus Kristensen ha già sfondato il muro dell’indifferenza correndo avanti e indietro per la fascia destra. Due partite in Portogallo, due volte titolare. Forse non c’erano molti dubbi sulle intenzioni della Roma, che si è mossa in anticipo per prenderlo in prestito dal Leeds, né sul coraggio di Mourinho, che lo ha lanciato senza esitazioni nella formazione iniziale dopo un paio di settimane di lavoro. Semmai è stata sorprendente la capacità del colosso danese di inserirsi nel meccanismo tattico della squadra: sabato contro l’Estrela ad esempio si è fatto apprezzare sia per un paio di volate sul fondo, una delle quali ha prodotto un cross preciso, sia per i recuperi e le diagonali difensive che sono requisito fondamentale di un esterno che governa tutta la fascia. Nei primi giorni a Trigoria aveva già parlato di sé e della curiosità di lavorare con Mourinho, che adotta un sistema di gioco a lui caro: «Per me è più facile giocare con la difesa a tre a anche se mi è capitato di trovarmi anche nella nazionale danese come terzino di una linea a quattro e l’ho fatto senza problemi. Essere allenati da Mourinho è il massimo per qualunque giocatore. Lui mi ha chiesto di lottare sempre per la squadra ed è ciò che farò, anche perché è qualcosa che mi viene molto naturale. Non vedo l’ora di conoscere i tifosi romanisti, di cui mi hanno detto grandi cose». L’abbiamo incontrato allo stadio di Albufeira dopo la seconda amichevole giocata in Algarve per farci raccontare i progressi. Personali e della squadra.

Kristensen, in pochi giorni si è già preso il posto da titolare della Roma.
«In realtà non so se sia proprio così, perché l’allenatore a decidere. Questi sono allenamenti estivi, non sono partite ufficiali. Comunque io sono qui per dare il massimo. Ogni minuto che giocherò per la Roma sarà vissuto al cento per cento».

Quali sensazioni le ha lasciato questo ritiro in Portogallo?
«È stato molto bello. Ci stiamo concentrando su un lavoro fisico che ogni giorno di più mi fa sentire vicino alla condizione migliore. Per me poi è importante e piacevole avere tempo da passare insieme ai nuovi compagni, per poterli conoscere meglio e farmi apprezzare dal gruppo».

Come è stata l’accoglienza della Roma?
«Meravigliosa, devo dire. Sono stati tutti gentili con me. Si capisce che stare qui è come entrare in una famiglia».

L’obiettivo Champions è credibile per questa squadra?
«L’obiettivo è arrivare più in alto possibile. E magari giocare un buon calcio. Di sicuro vedo tanta qualità e quindi penso positivo per la stagione. Ora però dobbiamo soprattutto migliorare gli automatismi tra di noi, al resto penseremo all’inizio del campionato».

Qual è la sua qualità migliore?
«Non è facile dirlo perché penso siano gli altri a dovermi giudicare. Comunque ritengo che la potenza e la fisicità siano caratteristiche che mi aiutano a svolgere molti compiti in campo, sia nella fase difensiva che in quella offensiva».

Siamo rimasti impressionati anche dal suo spirito, in realtà. Ha esultato al gol di El Shaarawy nell’amichevole contro il Braga come se quell’episodio orientasse i destini del mondo.
«Ma io sono sempre stato così. Metto grande passione nelle partite. Per di più, come dicevo prima, questo è un bel gruppo. Quindi per me diventa facile esprimere la mia contentezza quando le cose vanno bene».

Un’ultima curiosità riguarda indirettamente il mercato: da giocatore del Leeds ha affrontato Gianluca Scamacca. Come giudica l’attaccante che potrebbe arrivare alla Roma?
«Me lo ricordo bene perché ci ha anche fatto gol... (sorride amaro, ndi). Credo che sia un ottimo giocatore, per quanto ho visto».


© RIPRODUZIONE RISERVATA