Il dato sugli esterni che preoccupa Mourinho e la Roma

Solo tre cross riusciti in tre gare. Gli esterni non supportano la fase offensiva giallorossa
Il dato sugli esterni che preoccupa Mourinho e la Roma© AS Roma via Getty Images
Jacopo Aliprandi
4 min

Alla ricerca della velocità. Quella sulla manovra, quella sui movimenti senza palla, quella sulle fasce. Soprattutto quest’ultima rischia di creare un serio problema ai piani di Mourinho, costretto ancora una volta a studiare nuove soluzioni sulle due corsie che sono rimaste praticamente con gli stessi interpreti della passata stagione. Quindi con gli stessi problemi. Quelli legati alla spinta offensiva, alla capacità di attaccare, saltare l’uomo, e creare occasioni da gol. Assist, gol, fantasia. Insomma, la Roma si ritrova per un’altra stagione a non avere degli esterni a tutta fascia, o quantomeno non in questo momento all’altezza di essere protagonisti da titolari in una squadra che giocando con il 3-5-2 dovrebbe sfruttare le corsie con maggiore intensità e, quindi, ricercando la velocità anche dai propri esterni. È stato un problema la scorsa stagione, rischia di diventarlo anche in questa. Di certo nelle prime tre partite le fasce non hanno aiutato a trovare gol o creare tante occasioni offensive. Se ne è subito accorto Romelu Lukaku nei suoi venti minuti giocatori contro il Milan quando posizionato in area non ha visto arrivare dalle corsie neanche un pallone buono giocabile. Un cross fatto bene, un pallone da prendere di testa, di piede, di petto. Niente. Tanto che lo sguardo di Big Rom è stato ripreso dalle telecamere proprio mentre chiedeva maggiore precisione sui passaggi. Centonovantuno centimetri di altezza non sfruttati in area di rigore nelle battute finali della gara (e con l’uomo in più) alla ricerca del gol.

Il dato sugli esterni che spaventa Mourinho e la Roma

I numeri degli esterni nella gara contro il Milan sono sconfortanti. Solo undici cross tentati su azione tra Celik (2), Zalewski (6) e Spinazzola (3): nessuno riuscito, che è arrivato quindi a disposizione di un giallorosso. Detto che Leonardo è entrato e ha trovato il gol (grazie anche a una deviazione di Kalulu), solo lui è riuscito a creare un’occasione, mentre gli altri due esterni non sono riusciti ad accompagnare il reparto offensivo. La posizione media di Zalewski (non andato in nazionale per un problema al flessore sinistro) è stata molto interna (anche più di quella di Calabria che nel gioco di Pioli gioca a tratti da mediano), quella di Celik invece è larga ma nei limiti della metà campo giallorossa. Si potrebbe dire che contro il Milan è anche difficile riuscire a spingere sulle fasce quando da una parte c’è l’asse Pulisic-Calabria, e dall’altra Theo Hernandez-Leao. Tutto vero. Ma i numeri delle sfide contro la Salernitana e il Verona non sono diversi da quelli di venerdì scorso. Tre cross riusciti dagli esterni nella prima sfida di campionato, due di Karsdorp, uno di Spinazzola. Un solo cross riuscito nella gara contro il Verona a opera di Kristensen (fin qui innesto deludente). Sommando, sono tre cross andati a buon fine in tre partite. Con gli esterni a centrocampo e che dovrebbero essere un’arma in più nella manovra, nelle occasioni da gol e nel supporto all’attacco.

Le alternative di Mourinho al problema degli esterni

Troppo poco per Mourinho ma soprattutto per gli attaccanti che, quindi, aspettano palloni giocabili solamente dal centrocampo, costretti così sempre a giocare spalle alla porta o ad allontanarsi dall’area di rigore avversaria. Questo perché sono mancate in queste partite le imbucate, qualche buon filtrante e anche un po’ di fortuna con tre legni nelle prime due partite stagionali. E adesso? Le fasce devono trovare una svolta, oppure Mourinho proverà a trovare una soluzione senza di loro. Magari cambiando modulo, anche a partita in corso, abbassando i terzini e inserendo un giocatore di più in mezzo al campo per creare maggiore velocità e palloni giocabili per Lukaku e Belotti. Una svolta dovrà arrivare, il tecnico non aspetterà le fasce per tutta un’altra stagione.


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