Roma, quanti equivoci: ma la crisi si poteva prevenire

La squadra è un colabrodo: 11 gol subiti in 6 partite. Gli errori di valutazione sul mercato cominciano a pesare ma tanti giocatori sono fuori condizione
Roma, quanti equivoci: ma la crisi si poteva prevenire© ANSA
dall'inviato a Genova Roberto Maida
4 min

Niente accade per caso, nel calcio: persino la crisi della Roma, che ha eguagliato la peggiore partenza dell’era dei tre punti a vittoria, può e dev’essere spiegata attraverso un’analisi logica. Onestamente sarebbe stato impossibile immaginare che questa rosa avrebbe conquistato solo 5 punti in 6 giornate, con 11 gol subiti e 3 sconfitte, per giunta dentro a un calendario piuttosto confortevole. Ma le avvisaglie di un sistema vicino al collasso si avvertivano già dopo la finale persa a Budapest: la frustrazione di Mourinho, la rassegnazione dei giocatori, la distanza dei Friedkin.

Crisi Roma, errori di progettazione

Senza esprimere sentenze definitive, dal momento che la stagione è appena cominciata, la squadra sembra avere limiti strutturali irrisolvibili: l’addio di Ibañez (sottovalutato da tutti, noi per primi), unito alla fuga di Matic e ai problemi fisici di Smalling ha composto un cocktail indigeribile per la nuova difesa. Al di là della valutazione su N’Dicka, riempito di soldi per scegliere la Roma da svincolato e finora corpo estraneo al meccanismo: perché non è stato individuato un difensore veloce che potesse prendere il posto di Ibañez? Come si poteva pensare di sostituire Matic con Paredes, che non è un incontrista e da due anni non gioca a buoni livelli? A cosa serviva un esterno come Kristensen in prestito, avendo già in rosa Karsdorp e Celik che sono più o meno dello stesso livello? Non sarebbe stato saggio cercare un portiere, visto che Rui Patricio vive un inevitabile declino? Forse Tiago Pinto, che ha ingaggiato a tempo scaduto un campione grazie a una combinazione di elementi favorevoli, sperava che affiancare Lukaku a Dybala potesse mascherare i problemi endemici. Ma così non è stato e non può essere.

Roma, che confusione

Proprio Dybala, al netto della doppietta all’Empoli, appare fuori condizione anche se ha giocato due partite intere di fila in cinque giorni. E tanti altri sono indietro. Detto di Paredes, guardate come stanno Pellegrini, Aouar, Zalewski, Llorente. E non citiamo Renato Sanches, «ossessione» del general manager, già fermato due volte da infortuni muscolari. Come è possibile? Solo Cristante sta tenendo botta ma a Genova anche lui, in una notte di umiliazioni, si è arreso dopo aver segnato il pareggio. E qui entriamo nella sfera tecnica. Certi aggiustamenti di Mourinho, che si sente sfiduciato dalla proprietà, non hanno funzionato: la Roma del secondo tempo, con Cristante centrale difensivo nella difesa a quattro e Belotti ala sinistra del 4-3-3, ha facilitato il compito di Gilardino almeno quanto i cambi arrembanti effettuati sul 3-1. E i tifosi per la prima volta contestano: contro il Frosinone soltanto una vittoria può placare il malumore. Ma la casa scricchiola dalle fondamenta. Occorre affidarsi all’allenatore, al peggiore avvio di stagione in carriera, perché inventi una pozione miracolosa. Occorre che tutti si compattino - società, tecnico, giocatori - tralasciando momentaneamente interessi e rancori personali. Altrimenti si mette malissimo, perché siamo solo a settembre.


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