Dove è mancata la Roma sul piano del gioco?
«Secondo me contro Napoli, Milan e Juve può andar bene un modulo più prudente con cinque difensori, anche se lasciando Dybala e Lukaku soli davanti è più difficile. Ma con le altre squadre si possono adottare soluzioni più offensive. Se Lukaku resta solo lo marcano in tre e diventa dura anche per lui. Ci sono poche squadre al mondo che giocano a cinque dietro, una è l’Inter che ha tanti grandi giocatori, ma sono due anni che butta il campionato (ride, n.d.r.). Con questo modulo è più difficile».
Il ritorno di De Rossi alla Roma rievoca un’altra suggestione: Francesco Totti
«Sono due ruoli diversi, ma serve uno come Totti per un ruolo di dirigente o ambasciatore. Ancora oggi quando giriamo per partite di vecchie glorie lo conoscono in tutto il mondo e ancora fa un grande effetto tra la gente. Nella Roma può dare molto, con De Rossi allenatore sarebbe bello. Di calcio sa tanto».
I Friedkin non comunicano: una strategia giusta?
«Non mi aspetto che comunichino di più. Parlano poco, ma fanno i fatti. Hanno voluto Mourinho quando il direttore aveva scelto un altro allenatore, quando è il momento di agire sanno cosa fare. Se non hanno rinnovato il contratto di Mourinho una strategia l’avevano. Da questo allenatore mi aspettavo di più, ma non è andata male. Ha conquistato un trofeo, ma se non avessimo vinto la Conference sarebbe stato un fallimento. Anche la finale di Budapest era meritata. I Friedkin hanno avuto sempre idee chiare, ma non mi aspetto che le comunichino».
Con De Rossi in panchina tornerai all’Olimpico?
«Quest’anno sono andato pochissimo, ma i veri tifosi non sono solo quelli che vanno allo stadio. Nelle prossime partite ci sarò».