De Rossi e il primo discorso da allenatore: cosa ha detto ai giocatori

È arrivato a Trigoria nel pomeriggio di ieri e ha trascorso lì la prima notte: firmato un contratto fino a giugno
« Sì, torno». Non ci ha dovuto pensare due volte, non ha dovuto riflettere neanche per un secondo sull’offerta arrivata da Trigoria. Daniele De Rossi ha detto sì alla Roma ancor prima di parlare del contratto, dello stipendio o dell’obiettivo da raggiungere. Quello, da tifoso e seguendo le vicende giallorosse, già lo conosceva: qualificazione alla Champions, vitale per le casse del club. De Rossi ieri mattina, intorno alle 9, ha avuto ben tre contatti: i primi due con Ryan Friedkin, per un punto della situazione sulla panchina e sviluppare una strategia per questi ultimi cinque mesi della stagione, poi con il presidente Dan per sancire definitivamente l’accordo. Talmente è stata forte la volontà di tornare alla Roma che De Rossi non ha preteso un ingaggio elevato: è stato deciso un compenso di gran lungo inferiore al milione di euro, più naturalmente quello per il suo staff. Con un obiettivo: raggiungere il quarto posto e in quel caso beneficiare di un bonus. A fine stagione poi, in caso di raggiungimento dell’obiettivo, si discuterà del prolungamento del contratto. 

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L'emozione di De Rossi e il lavoro in campo

Nel comunicato le prime parole di De Rossi: «Non conosco altra strada se non quella dell’applicazione, del sacrificio quotidiano e della necessità di dare tutto quello che ho dentro per affrontare le sfide che ci attendono da qui alla fine della stagione. L’emozione di poter sedere sulla nostra panchina è indescrivibile, tutti sanno cosa sia la Roma per me, ma il lavoro che attende tutti noi ha già preso il sopravvento. Non abbiamo tempo, né scelta: essere competitivi, lottare per i nostri obiettivi e provare a raggiungerli sono le uniche priorità che il mio staff ed io ci siamo dati». Spazio poi alle dichiarazioni congiunte di Dan e Ryan Friedkin: «Riteniamo che la leadership e l’ambizione che lo hanno da sempre contraddistinto possano risultare determinanti nella rincorsa agli obiettivi che la squadra ha davanti a sé fino al termine della stagione».


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De Rossi e il discorso alla squadra

Daniele è arrivato alle 14.41 al Fulvio Bernardini per il suo grande ritorno a Trigoria. I cori dei tifosi, gli abbracci allo staff che ha ritrovato dopo il suo addio nel 2019 e il saluto ai nuovi dipendenti. Prima di dirigere il primo allenamento ha parlato nuovamente con la proprietà, con la Ceo Souloukou e con il gm Tiago Pinto. Un giro di Trigoria, poi l’incontro con la squadra tra nuove presentazioni e calorosi abbracci con chi conosceva. Tutti in palestra, tutti in cerchio ad ascoltare prima Dan Friedkin. Il presidente ha fatto gli onori di casa introducendo De Rossi, poi però ha voluto essere chiaro con tutti i giocatori: «Il momento degli alibi è terminato. Adesso sta a voi dare una svolta alla stagione. Ricordate che siete tutti sotto esame», il succo del discorso. Alle parole di Friedkin hanno fatto eco quelle di De Rossi, chiaramente in maniera più soft ma decise per cominciare subito a lavorare duramente. «Dobbiamo dare tutto per questa maglia, per questi tifosi, per questo club. Ma dobbiamo dare tutto anche per noi stessi. Devono essere cinque mesi di fuoco in cui dare il massimo per riuscire a raggiungere gli obiettivi. Vi chiedo massima collaborazione e di stringere i denti anche nei momenti più complicati». Un discorso motivazionale a cui hanno fatto seguito le prime indicazioni tattiche per i prossimi allenamenti e le partite, a cominciare da quella con il Verona dove la Roma non avrà a disposizione Cristante e Mancini per squalifica. Quindi la solita emergenza difensiva. E a proposito, continua la caccia alle cessioni (Viña verso il Flamengo, Renato Sanches dovrà decidere sul Besiktas) e al difensore (Söyüncü andrà al Fenerbahce).


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Roma, ecco lo staff scelto da De Rossi

Via poi all’allenamento. Il primo da tecnico della Roma. Tuta giallorossa, le iniziali sulla felpa e un’ora e mezzo di lavoro nel campo centrale del Fulvio Bernardini. Con il suo staff: Guillermo Giacomazzi (allenatore in seconda), Francesco Checcucci (match analyst), Giovanni Brignardello (preparatore atletico), Simone Farelli (preparatore portieri, nel 2022 alla Roma come terzo portiere) ed Emanuele Mancini (collaboratore tecnico). Ma potrebbe entrare un altro match analyst. Con loro De Rossi cercherà di guidare la Roma verso il quarto posto, consapevole delle difficoltà e delle insidie di un incarico arduo e che arriva dopo la sua difficile avventura alla Spal. Anche per questo ieri sera, dopo qualche colloquio individuale con i giocatori, ha deciso di restare a dormire a Trigoria. Troppa è la voglia di cominciare, troppa è la voglia di vivere di nuovo la Roma. 

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« Sì, torno». Non ci ha dovuto pensare due volte, non ha dovuto riflettere neanche per un secondo sull’offerta arrivata da Trigoria. Daniele De Rossi ha detto sì alla Roma ancor prima di parlare del contratto, dello stipendio o dell’obiettivo da raggiungere. Quello, da tifoso e seguendo le vicende giallorosse, già lo conosceva: qualificazione alla Champions, vitale per le casse del club. De Rossi ieri mattina, intorno alle 9, ha avuto ben tre contatti: i primi due con Ryan Friedkin, per un punto della situazione sulla panchina e sviluppare una strategia per questi ultimi cinque mesi della stagione, poi con il presidente Dan per sancire definitivamente l’accordo. Talmente è stata forte la volontà di tornare alla Roma che De Rossi non ha preteso un ingaggio elevato: è stato deciso un compenso di gran lungo inferiore al milione di euro, più naturalmente quello per il suo staff. Con un obiettivo: raggiungere il quarto posto e in quel caso beneficiare di un bonus. A fine stagione poi, in caso di raggiungimento dell’obiettivo, si discuterà del prolungamento del contratto. 

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