La Reggina ha impugnato la decisione del Consiglio Federale che oggi ha ratificato la sua esclusione dalla B perché, come le era stato concesso dal Tribunale di Reggio Calabria, la società ha pagato dopo il 20 giugno i 757 mila euro in sospeso per completare la domanda d'iscrizione. Prossima tappa: il Collegio di Garanzia del Coni, chiamato a pronunciarsi sul ricorso dei calabresi che, qualora non ottenessero giustizia, ricorrerebbero al Tar (2 agosto) e, in ultima analisi, al Consiglio di Stato, la cui udienza è già stata programmata per il 29 agosto. Risultato: il nuovo campionato di B, che dovrebbe scattare il 18 agosto (calendari l'11 luglio, a Como), potrebbe slittare a settembre. Non basta. Qualora la Reggina non venisse ripescata, salterebbe il passaggio di proprietà del club al fondo angloamericano Guild Capital che ha vincolato l'acquisto della società alla permanenza in B.
La Reggina spera: ecco perché
Nel chiaro intento di riaffermare l'autonomia della giustizia sportiva rispetto al provvedimento statale Salva Aziende, l'odierna decisione della Figc ha assunto un evidente significato politico, frustrando tutti gli sforzi sostenuti dalla gestione Saladini che, strada facendo, aveva scoperto di essere chiamata ad accollarsi molti più debiti rispetto a quanto pensava di accollarsi. Ma la partita non è finita: la Reggina intende giocarla sino alla fine. E, qualora si arrivasse davanti al Tar, sarà interessante verificare se un Tribunale Amministrativo sconfesserà una norma dello Stato. Ecco perché i calabresi sperano che ci sia già un giudice al Coni. O, se sarà il caso, al Tar e al Consiglio di Stato. Mai arrendersi.