«Mettiamo da parte la questione Hamilton e concentriamoci sul 2024» esorta il tenero. Ma è stato lui a tirare la prima palla di neve e adesso la valanga non si può più frenare. Inesorabili le leggi della fisica. Sarà dunque impossibile continuare a vedere un simbolo Mercedes in Lewis che, anzi, andrà osservato attraverso un prisma rosso. E chi è coinvolto più o meno direttamente nel gioco - Leclerc, Sainz, Russell, Wolff, altri a effetto domino - non se ne abbia a male, visto che è stato proprio Hamilton a parlare già ieri da ferrarista in pectore.
Ferrari il sogno d'infanzia
Il campione è stato ascoltato a fine lavoro: aveva dunque davanti a sé sei giorni d’attesa per l’ultimo Mondiale con la Mercedes; il dodicesimo col team della Stella ma, attenzione, addirittura il diciottesimo - l’intera sua carriera - con il motore Mercedes. Eppure sembrava guardare solo alla Ferrari, che dice essere stata il suo sogno d’infanzia (ma non era la Mercedes?) e questo fin dai tempi in cui correva il suo idolo di sempre Michael Schumacher (ma non era Ayrton Senna? Vabbè, non stiamo lì a sottilizzare).
Hamilton: "Era il momento di scrivere un nuovo capitolo"
Nelle sue parole solo la Ferrari e il colore rosso, al punto da fare immaginare che questo campionato in procinto di partire sarà, per lui, un conto alla rovescia lungo e fastidioso come un prurito. «È stata la decisione più difficile che io abbia mai preso - così ha definito la sua scelta di saltare dalla Freccia d’argento al Pianeta rosso -. Quando la scorsa estate firmai il prolungamento, vedevo solo la Mercedes nel mio futuro. Poi con il nuovo anno si è presentata un’opportunità e ho deciso di coglierla. Era arrivato il momento di passare a un nuovo capitolo, perché qui sto scrivendo la mia storia». Non c’è di mezzo un paroliere: è tutta farina del suo sacco.
L'idolo Michael Schumacher
Ha proseguito, ispirato come un innamorato, descrivendo come l’attrazione di ogni pilota per la Ferrari sia ineludibile e irresistibile: «Ognuno di noi piloti che è cresciuto guardando Michael Schumacher nel periodo del suo massimo splendore, si sarà seduto nel proprio garage e avrà guardato all’uomo dentro la Ferrari e si sarà chiesto cosa si proverebbe a essere circondati da quel rosso. Al Gran Premio d’Italia vedi il mare di tifosi della Ferrari e non puoi non rimanere a bocca aperta. La squadra non ha avuto grandi successi di recente, dal 2007, e questo mi ha fatto guardare alla possibilità di salirci come a una grande sfida. Da ragazzino ai videogiochi mi sentivo nei panni di Michael su quella macchina, quindi era sicuramente un sogno e oggi sono davvero, ma davvero entusiasta».