Ferrari, la punta è Leclerc: solo così si batte Verstappen

Anche a Silverstone Maranello stava privilegiando Charles, poi la safety ha cambiato le sorti del GP: favorire Sainz spaccherebbe la squadra
Ferrari, la punta è Leclerc: solo così si batte Verstappen© Getty Images

Solo alla Ferrari una vittoria può essere tanto intrisa di rammarico, al punto che se Maranello doveva uscire dal digiuno di successi (sei gare, quasi tre interminabili mesi) e ce l’ha fatta, ora deve mostrare come gestirà la sua coppia in funzione della corsa al Mondiale piloti. Le controversie di Silverstone chiedono di essere chiarite con una serie di domande e risposte.

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La Ferrari ha sbagliato? 

No, perché finché ha potuto ha eseguito strategie per far vincere Leclerc: lo ha favorito chiamando Sainz al pit stop con netto anticipo (giro 20, con Charles più veloce lasciato in pista fino al giro 25), poi ha convinto Carlos a dare strada al compagno, pur senza imporglielo con la brutalità tipica della Red Bull. Ecco: semmai in questa fase “gentile” ha perso un po’ di tempo, diciamo un paio di giri (29-31). Ma tutto si stava incasellando alla perfezione con la doppietta Leclerc-Sainz, fino alla safety car dopo lo stop di Ocon.


Allora ha sbagliato sotto safety car, chiamando Sainz al pit stop anziché Leclerc? 

Premesso che ogni safety car tende a penalizzare chi è davanti e in questo caso Charles (chi segue fa sempre il contrario: continua se il leader si ferma, si ferma se il leader resta in pista), è lecito immaginare che con Leclerc al cambio gomme, entrambe le Rosse avrebbero dovuto inseguire e superare Hamilton che era veloce con le hard fresche, e respingere gli assalti di Perez. Ma sono solo ipotesi. 


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Perché non richiamare al pit stop entrambi? 

Perché erano troppo vicini, Sainz avrebbe perso tempo e i due si sarebbero ritrovati alle spalle di Hamilton, senza la certezza di prenderlo anche se in favore di gomme (come Leclerc con hard usurate ha mostrato, superando Lewis con soft fresche). 

Per come si è sviluppata la gara dopo la safety car, ha pesato la spasmodica ricerca della prima vittoria da parte di Sainz? 

Sì, alla fine per far guadagnare qualche punto in più a Leclerc, la Ferrari avrebbe probabilmente dovuto rinunciare a vincere il GP. E sarebbe stata messa (giustamente) in croce se avesse sprecato l’occasione. 
 


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Sainz ha dichiarato a Montreal di voler vincere in serie per inseguire il titolo: gli verrà concesso? 

No. Leclerc ha oggi più velocità e classe, più punti in classifica, rimane l'investimento a lungo termine della Ferrari (si è anche sobbarcato un 2020 da incubo), è stato danneggiato da rotture di motore al Montmelò e a Baku, dalla strategia a Montecarlo, dalle penalità di Montreal per omologare nuovi motori. Insomma la Ferrari ha un gran debito con Charles che verrà tutelato, come a Silverstone fino allo stop del guastafeste Ocon. Mattia Binotto sa bene che dare spazio ai più ambiziosi desideri di Sainz - personalmente legittimi - sarebbe la strada più breve per spaccare la coppia e perdere la fiducia di un fenomeno come Charles, con conseguenze disastrose. 
 

Perché la Ferrari fa tanta fatica a nominare un primo e un secondo pilota? 

Per storia e per cultura, affondando le radici nell’antica visione di Enzo Ferrari secondo il quale i piloti erano uno strumento per raggiungere il fine unico: il successo del Cavallino. Ma è una questione di forma: la Ferrari sostiene Leclerc e non ci sono complotti in corso. 


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 Ora che Sainz ha vinto, allora, la Ferrari gli chiederà apertamente di aiutare Leclerc? 

Ce lo auguriamo. Deve battere un team che a Baku con un secco "no fighting" ha stoppato Perez, reduce dal successo di Montecarlo e dal prolungamento di contratto, al settimo cielo allora come Sainz lo è oggi. 


Alla fine cosa manca davvero alla Ferrari? 

Permane un serio problema di leadership aziendale: tra il presidente John Elkann e l’a.d. Benedetto Vigna - questi presente a Silverstone - uno dei due avrebbe dovuto farsi sentire con un intervento di questo tenore: “La Ferrari è tornata al successo e ciò conta più di tutto”. Ma c’è stato un assordante silenzio e Binotto, bersaglio di polemiche anche legittime e del fango che riescono a muovere i social, è stato lasciato solo. 


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Solo alla Ferrari una vittoria può essere tanto intrisa di rammarico, al punto che se Maranello doveva uscire dal digiuno di successi (sei gare, quasi tre interminabili mesi) e ce l’ha fatta, ora deve mostrare come gestirà la sua coppia in funzione della corsa al Mondiale piloti. Le controversie di Silverstone chiedono di essere chiarite con una serie di domande e risposte.

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