Becker, il racconto shock della vita in prigione: "Non ero nessuno"

Le prime parole dell'ex leggenda del tennis e campione a Wimbledon da quando è uscito dal carcere: "Ero solo un numero, ho imparato una dura lezione"
Becker, il racconto shock della vita in prigione: "Non ero nessuno"© EPA
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In prigione non sei nessuno. Sei solo un numero. Il mio era A2923EV. Non mi chiamavo Boris, ero un numero. E a nessuno frega un caz... di chi sei. Credo di aver riscoperto l'umano in me, la persona che ero una volta". Sono le prime parole di Boris Becker, ex campione di Wimbledon e leggenda del tennis, da quando è uscito di prigione nel Regno Unito, dove era incarcerato da aprile per aver nascosto 2,5 milioni di sterline di beni per evitare di pagare i debiti. 

La vita in carcere

Becker ha raccontato all'emittente Sat 1 che nella prigione di Wandsworth a Londra, dove ha trascorso le prime settimane, il cibo era pessimo e le porzioni troppo scarse, mentre le attività ricreative erano poche e rare. Ha anche detto che c'erano state molte violenze. "Ho imparato una dura lezione, molto costosa e molto dolorosa. Ma l'intera faccenda mi ha insegnato qualcosa di molto importante e utile. E alcune cose accadono per una buona ragione", ha raccontato. Su quando ha lasciato la prigione ha detto: "Dalle sei di quella mattina mi sono seduto sul bordo del letto e ho sperato che la porta della cella si aprisse. Sono venuti a prendermi alle 7:30, hanno aperto la porta e mi hanno chiesto: 'Sei pronto?' Ho detto: 'Andiamo!' Avevo già preparato tutto in anticipo".


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