Tutti i segreti e i retroscena di Sinner e del suo team

Dai tecnici al manager e all’agente, una squadra al servizio dell’azzurro: "Ringrazio il mio team senza il quale nulla sarebbe stato possibile"
Alessandro Nizegorodcew
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«Ringrazio il mio team, senza cui nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile». Jannik Sinner non manca mai, dopo ogni grande risultato, di sottolineare l’importanza della sua ‘crew’. Doppio coach (Simone Vagnozzi e Darren Cahill), preparatore fisico (Umberto Ferrara), fisioterapista (Giacomo Naldi) e osteopata (Andrea Cipolla) sono gli uomini di campo, senza dimenticare manager (Alex Vittur) e agente (Lawrence Frankopan). Figure importanti, professionalmente e umanamente. Ognuno di loro ha una storia alle spalle che, negli ultimi due anni, li ha portati a seguire Sinner accompagnandolo nel gotha del tennis.

Sinner, Vagnozzi da sempre

‘Vagno’, come viene chiamato nel circuito, nasce ad Ascoli Piceno il 30 maggio 1983. Fisico minuto ma piedi velocissimi, il marchigiano è arrivato al best ranking nel 2011 raggiungendo la posizione n.161 ATP. «Sono un grandissimo lottatore - raccontava all’epoca - con un’ottima sensibilità di mano». Il dritto è il suo colpo, la smorzata (a volte fintando un rovescio in salto) la sua arte. Il miglior risultato della carriera da giocatore arriva a Barcellona quando, partendo dalle qualificazioni, supera Fabio Fognini e Juan Monaco. Negli ottavi di finale, dopo una battaglia di oltre tre ore, viene stoppato da Juan Carlos Ferrero, oggi allenatore di Carlos Alcaraz. A inizio carriera è allievo di Max Sartori a Caldaro e si allena con Andreas Seppi e, per un periodo, anche con Alex Vittur (attuale manager di Sinner). «Ho giocato molto di più a Football Manager che a Fifa», ha sottolineato Vagnozzi, palesando da sempre una maggiore attitudine verso il coaching. Da allenatore segue Marco Cecchinato, portandolo alla storica semifinale del Roland Garros 2018 e al n.16 in classifica, e Stefano Travaglia, che raggiunge “sotto” Vagnozzi il best ranking di n.60 al mondo. Tecnicamente e tatticamente molto preparato, ha portato al tennis di Sinner quelle migliorie necessarie al salto di qualità: volée, smorzate, slice di rovescio e variazioni sia al servizio che nel dritto.

Sinner, l'esperienza di Cahill

È il personaggio di spicco, per blasone, del ‘team Sinner’. Nato ad Adelaide il 2 ottobre 1965, raggiunge la miglior classifica da giocatore al n.22 ATP (e n.10 in doppio) nel 1989. Due i titoli conquistati: Gstaad su terra battuta e San Francisco su tappeto indoor. Il risultato di maggior prestigio è la semifinale agli US Open del 1988, durante i quali sconfigge anche Boris Becker (attuale coach di Holger Rune). Vanta 7 successi su Top10, tra cui la vittoria a Indian Wells contro Goran Ivanisevic (attuale coach di Novak Djokovic) al tiebreak del terzo set. Buoni risultati da giocatore, straordinari da allenatore. L’australiano porta il connazionale Lleyton Hewitt a divenire (all’epoca) il più giovane numero 1 della storia e Andre Agassi, nel 2003, il più anziano. Importante nella crescita di Andy Murray, riesce a dare una svolta (con vittorie Slam) alla carriera di Simona Halep. L’ingresso nello staff di Sinner ha portato mentalità vincente e grandi conoscenze tecnico-tattiche, che ben si sposano con le qualità di Vagnozzi. Non è banale, infatti, che due coach riescano a lavorare in sinergia e armonia come sta accadendo in questa circostanza.

Sinner, il manager di fiducia

Alex Vittur è, da giovane, un tennista molto promettente (oltre che ottimo sciatore e giocatore di hockey). Classe 1984, raggiunge al massimo la posizione n.605 del ranking mondiale, senza riuscire ad andare oltre. Si allena a Caldaro con Seppi e Vagnozzi, insieme ai quali ottiene il titolo italiano a squadre under 18. «Era un grande atleta e giocava molto bene», ha detto di lui Massimo Sartori. Dopo un’esperienza a Firenze con Fabrizio Fanucci (storico allenatore di Volandri) e Umberto Rianna (da anni nel team di Berrettini), decide di smettere a 21 anni per dedicarsi agli studi. Si laurea in Economia all’Università Cattolica di Milano, con Masters ad Harvard e alla London School of Economics. È Vittur a segnalare a Sartori il piccolo Jannik, portandolo a Bordighera da Piatti. Negli anni diviene una figura di riferimento per Sinner, un vero e proprio consigliere di fiducia.

Sinner, la preparazione fisica

Il preparatore fisico Umberto Ferrara, già nello staff di Cecchinato e Travaglia insieme a Vagnozzi, ha lavorato anche con la russa d’Italia Liudmila Samsonova. È una delle figure fondamentali per i miglioramenti fisici di Sinner, che già grazie alla preparazione atletica di fine 2022 ha messo su qualche chilo di massa aggiungendo anche brillantezza e resistenza. A mantenere il corpo in ottime condizioni ci pensano anche due ottimi professionisti provenienti da Bologna: il fisioterapista Giacomo Naldi (per anni alla Virtus Bologna di basket), e l’osteopata Andrea Cipolla.

Sinner, il papà cuoco

L’agente di Sinner è Lawrence Frankopan, professionista di grande esperienza che segue Jannik con la propria azienda ‘Starwing Sports’ (tra gli altri atleti rappresentati: Maria Sakkari, Karen Kachanov e Stan Wawrinka). Sul campo, solitamente, è presente il suo stretto collaboratore (nonché vicepresidente della società) Joseph Cohen. Ultimo ma non meno importante Hanspeter Sinner, il papà di Jannik, che fa da cuoco quando il team affitta un appartamento con cucina (accade di rado) anziché il classico hotel.


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