Panatta e Bertolucci, "telefonata" show tra Sinner e l'allevamento di oche

I due ex campioni di tennis incoronano Jannik dopo il trionfo agli Australian Open. Il vincitore del Roland Garros nel 1976: "Aveva una faccia diversa dal solito, ma non ho mai avuto il minimo dubbio".
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Adriano Panatta e Paolo Bertolucci hanno. commentato il trionfo di Sinner agli Australian Open nel podcast La telefonata edito da Fandango su Spotify. Come sempre, la telefonata tra i due ex campioni di tennis è uno spettacolo da ascoltare, tra battute, scherzi e commenti seri. Partiamo dalla fine, quando si parla di un altra passione di Bertolucci: "Io tra pochi minuti devo andare a controllare le oche". Panatta lo stuzzica: "Ma tu pulisci anche le cacchine delle oche?". Bertolucci risponde: "No, quelle no, le lascio lì che fanno bene". Panatta torna all'attacco: "Ma tu le allevi e poi le mangi anche le oche?". Bertolucci: "Certo sempre". E Panatta commenta: "Ma sei proprio una m...".

Riavvolgendo il nastro e tornando all'inizio della telefonata, si parla dell'impresa di Jannik. 

Bertolucci: “Ci sei o stai brindando? Io ho fatto un urlo che poche volte nella vita. Troppo bello, troppo godurioso e poi portata a casa così, sotto 2-0, partendo male, poi piano piano lo ha agganciato. Primi due set l’altro ha giocato a livelli che ha sfiorato la perfezione, però il ragazzo piano piano, e alla fine è diventato a chi ha più attributi e da quel punto di vista lì in tanti si fanno male giocando con lui”.

Panatta (ultimo a vincere uno slam a Parigi nel 1976): "Disamina completamente sbagliata. Ora ve lo spiego io. Il russo si è messo a giocare contro la sua natura, questo lo ha detto anche tu ieri devo dire… l’unica cosa giusta che hai detto in 15 giorni, anticipando, aggredendo, non dando tempo. Sinner ha bisogno di quel decimo di secondo per spostarsi e prendersi la mira, quando deve giocare un po’ di istinto diventa meno forte. Se adesso dicessi la mitica frase: “Non ho mai avuto il minimo dubbio”, non era proprio così però ero convinto che lui avesse molte chance per tornare e vincere il match. Primo perché non credevo che Medvedev potesse continuare con quel ritmo per due ore e mezza, tre. E infatti poi si è visto e Sinner ha avuto più tempo per tornare in palla. Però detto questo, io quando ho visto entrare in campo Sinner, avevo vicino Anna, mia moglie, ho detto: ‘Non ha la stessa faccia che aveva con Djokovic”, era quasi di cattivo umore, lui quando entra è sempre sereno, non è mai così, me l’ha fatto vedere anche un po’ più umano.

Bertolucci: "Anche lui oggi  il braccio scorreva un po' meno, i piedi erano un po' meno reattivi, però poi quando si tratta di metterla sul braccio di ferro e meglio che gli altri si scansino. Alla fine veramente imbarazzante. L'altro era proprio... non ne ne aveva più, lui ha tirato cinque o sei dritti in corsa, una roba pazzesca e anche l'ultimo game che sembrava 'Oddio adesso un attimo di paura, di tentennamento, 30-30', ha tirato giù due frigoriferi pazzeschi, fenomenale". Grande, grande, grande".

Panatta: "Lui è un grande campione, non so se raggiungerà mai i 24 di Djokovic, ma vincerà tanti trofei e rimarrà nella storia del tennis mondiale". 

Bertolucci: "Questa è la prima grandissima giornata, dopo la Coppa Davis, individuale, ma ce ne saranno tante. E riuscirà a fermare l'Italia come nei grandi match di calcio":

Panatta: "Lui è un grande prodotto di esportazione del nostro Paese perché è un bravo ragazzo, intelligente, modesto, sereno quando parla con la stampa”.

 


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