Panatta risponde a Bertolucci: "Sto in pace". Poi dà un consiglio a Sinner

L'ex tennista sul successo a Rotterdam e il terzo posto raggiunto dall'altoatesino: tutti i dettagli e la risposta al commentatore
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Momento d'oro per Jannik Sinner, fresco vincitore dell'Atp 500 di Rotterdam e del terzo posto nel ranking mondiale. Ad esaltarlo c'è anche Adriano Panatta: "Con questa vittoria è diventato numero tre. Cosa dire, questo ragazzo ormai sta andando verso una carriera pazzesca, ne vincerà tanti di tornei. Secondo me vincerà anche altri Slam. È molto probabile possa diventare il numero uno, io penso che possa diventarlo anche quest'anno".

Panatta: "Sinner un eroe sportivo nazionale"

“Jannik oggi ha vinto un torneo abbastanza importante - prosegue Panatta -, a Rotterdam sono 500 punti, l’ha vinto perché doveva vincerlo perché era il più forte del tabellone. Certe volte sono più difficili da vincere questi tipi di tornei, quando sei il favorito, piuttosto che altri più complicati. Ormai abbiamo detto tutto di Sinner, è diventato un eroe sportivo nazionale, giustamente. Si parla moltissimo di lui ma se lo merita tutto, soprattutto perché è un ragazzo perbene, umile, intelligente e molto molto forte".

Panatta, la risposta a Bertolucci e il consiglio a Sinner

Panatta ha poi voluto rispondere al commento sui social di Bertolucci ("Finalmente potrete lasciare in pace Adriano Panatta"). L'ex tennista rimane calmo e ne approfitta per dare un consiglio a Sinner: "Posso rassicurare Bertolucci che io sto in pace in ogni caso. Ho sempre detto che prima o poi qualcuno doveva superare questo record. Vi dico la verità parlando 30 secondi seriamente. Io vivo nel presente e quel ragazzo che giocava quasi 50 anni fa per me è un amico lontano e che ricordo anche abbastanza poco. Per cui non ho problemi di invidia, spero che Jannik vinca molto più di me e spero che vincano anche altri ragazzi italiani molto più di me perché questo è lo sport e questo deve essere lo spirito. L'unica cosa che gli auguro a Jannik Sinner è che quando smetterà di giocare, tra 15-20 anni, abbia acquisito un po' di disincanto. Perché il disincanto aiuta a vivere meglio, perché tutto ciò che sta vivendo in questo momento è una cosa bellissima, una storia stupenda, ma che prima o poi finisce e inizierà la vita vera, di persone normali che hanno fatto sport. Quelli che vivono nei ricordi e nel passato secondo me vivono molto male". 


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