Mourinho, il discorso alla Roma prima del derby: cos'ha detto alla squadra

L’allenatore portoghese chiede di andare oltre l’emergenza dopo il cambio di passo avvenuto dopo la trasferta di Bologna

Oltre gli infortuni, oltre l’emergenza, oltre le difficoltà. Mourinho non ha voluto dare alibi ai suoi giocatori per la sfida di questo pomeriggio, pur consapevole (e lo sono tutti all’interno di Trigoria) che la Roma arriva a questo derby decisivo con tante attenuanti legate alle assenze di giocatori in difesa e a centrocampo. Fuori Smalling e Renato Sanches per infortunio (oltre al lungodegente Abraham), poi N’Dicka e Aouar impegnati in Coppa d’Africa. Kumbulla rientrerà tra i convocati ma non giocherà, Mancini ci sarà ma sempre stringendo i denti per la pubalgia, così come Pellegrini che non ha del tutto superato i dolori alla schiena dopo la botta con l’Atalanta. Lo stesso si può dire per Llorente per il problema all’adduttore destro. Una formazione ancora una volta reinventata e ben lontana da quella titolare, ma dalla quale Mourinho vuole il massimo per riuscire a superare il turno e affrontare la vincente di Juve-Frosinone in semifinale.  


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Mourinho e le parole prima del derby 

Ecco, il succo del discorso fatto ieri (ma anche nei giorni scorsi) dallo Special One ai suoi è proprio questo: «È un gennaio durissimo, dobbiamo dare tutto e lottare in ogni partita fino allo stremo delle nostre forze». Ed è ciò che sta accadendo dopo l’ultimo vero faccia a faccia, anche piuttosto duro, tra allenatore e squadra dopo il deludente ko di Bologna: da quel momento i giocatori hanno cambiato passo e hanno affrontato i big match con un piglio totalmente diverso. Fiorentina, Napoli, Juventus e Atalanta (più la Cremonese) affrontate alla pari, raccogliendo anche qualche punto in meno rispetto a quanto visto in campo, e con una mentalità combattiva tanto apprezzata dal tecnico e dai tifosi. E un gioco sicuramente più fluido grazie al ritmo più alto mostrato nei novanta minuti.  


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Mourinho vuole vincere la Coppa Italia 

«Siamo solo noi e i tifosi», ha ribadito Mou come nel famoso messaggio mandato alla mezzanotte del primo gennaio alla squadra. «È obbligatorio vincere perché questa finale deve essere nostra. Dobbiamo rimanere fiduciosi e motivati, non dobbiamo mollare o rilassarci: facciamolo per noi e per la nostra gente. Lottiamo per loro». Ora, al netto dei messaggi motivazionali di un tecnico ai suoi giocatori, Mourinho vuole davvero vincere la Coppa Italia. Lo ha dimostrato anche nelle sue esultanze ai gol che hanno ribaltato il risultato contro la Cremonese. E il suo discorso fatto ripetutamente in questi ultimi dieci giorni sta portando i risultati sperati nel gruppo sempre unito e compatto e che naviga tutto verso una direzione.  Parole, e non è un caso, simili a quelle pronunciate da Kristensen alla vigilia del derby: «Siamo in pochi e dobbiamo compattarci ancora di più per far fronte ai problemi - ha detto a Sportmediaset -. Conta solo lottare per i compagni e vincere le partite. Non temiamo nessuno, vogliamo battere la Lazio per giocarci la finale all’Olimpico: è uno dei nostri obiettivi». Testa quindi al derby che la Roma non vince da marzo del 2022, quel 3-0 firmato da Pellegrini e dalla doppietta di Abraham. Poi il pareggio nell’ultimo e i due ko per 1-0 dovuti a due distrazioni difensive. Ciò che Mourinho non vorrà vedere stasera nonostante il reparto rimaneggiato. Per la Roma è il momento chiave della stagione tra campionato e coppe, ogni dettaglio fa la differenza: Mou lo sa e lavora su questo.  


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Oltre gli infortuni, oltre l’emergenza, oltre le difficoltà. Mourinho non ha voluto dare alibi ai suoi giocatori per la sfida di questo pomeriggio, pur consapevole (e lo sono tutti all’interno di Trigoria) che la Roma arriva a questo derby decisivo con tante attenuanti legate alle assenze di giocatori in difesa e a centrocampo. Fuori Smalling e Renato Sanches per infortunio (oltre al lungodegente Abraham), poi N’Dicka e Aouar impegnati in Coppa d’Africa. Kumbulla rientrerà tra i convocati ma non giocherà, Mancini ci sarà ma sempre stringendo i denti per la pubalgia, così come Pellegrini che non ha del tutto superato i dolori alla schiena dopo la botta con l’Atalanta. Lo stesso si può dire per Llorente per il problema all’adduttore destro. Una formazione ancora una volta reinventata e ben lontana da quella titolare, ma dalla quale Mourinho vuole il massimo per riuscire a superare il turno e affrontare la vincente di Juve-Frosinone in semifinale.  


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