Bologna eliminato
Nella ripresa, il Bologna ha cercato di cambiare marcia e, subito, Orsolini ha colpito il palo. La Fiorentina ha patito l’inconcludenza di Ikoné, Italiano ha capito l’antifona, richiamandolo per inserire Nzola e cercando in seguito di rivitalizzare una manovra asfittica, ha inserito Bonaventura, Parisi e Mandragora. Il copione viola non è cambiato. Per contro, Motta non ha modificato nulla sino a pochi minuti dalla fine del tempo regolamentare, quando ha tolto Aebischer e Lukumi per Calafiori e Moro, pensando agli incipienti supplementari. Ai quali il Bologna è pervenuto grazie a Skorupski, il cui guizzo felino ha neutralizzato la rovesciata di Quarta, lo stesso che dopo cento minuti ha fallito una nuova occasione a tu per tu con il portiere polacco. Ha sbagliato anche Kayode, nella saga degli errori che poi ha visto Christensen sbarrare la strada a Orsolini. Era scritto che si entrasse in semifinale con un tiro dagli undici metri. Non era scritto che a condannare il Bologna fosse uno dei suoi uomini migliori. Perfido sa essere il calcio per chi perde, così come euforico lo è per chi vince. Ma il Bologna merita tanti applausi quanti la Viola.