Milan, i primi nomi sulla lista dei cinesi: Emery allenatore, Benatia primo rinforzo

Prosegue la trattativa in esclusiva per la cessione del Diavolo: avanti con la due diligence, il piano orientale è ambizioso. Gancikoff è il frontman di Galatioto. Conferme su Robin Li
Coppa Italia, quante bellezze in tribuna!
Pasquale Campopiano
10 min

ROMA - Unai Emery e Mehdi Benatia. Il tecnico che ha portato tre volte di fila il Siviglia a trionfare in Europa League e il difensore marocchino esaltato dalla Roma e adesso in rotta di collisione con il Bayern Monaco. Sono i loro, i primi due nomi sui quali punterà il Milan che verrà, se andrà in porto il closing con la conglomerata cinese per la cessione del Diavolo.

Perché sull'asse Milano-Roma-New York-Pechino si lavora tantissimo e tutto procede in un'unica direzione: verso la cessione di quel 70% che, Berlusconi permettendo, dovrebbe essere sancita entro la metà di giugno, settimana in più e non in meno. Con il restante 30% che prenderà la strada per la Cina nel giro di un paio di anni, operazione totale da 740 milioni. Concreta ed ambiziosa, visto che i gruppi finanziari cinesi interessati all'acquisto del Milan hanno già stanziato un piano di investimento da 300 milioni. E i nomi di Emery e Benatia rientrano proprio in questo portafoglio.

MILAN AI CINESI: OPERAZIONE DA 740 MILIONI

IL MERCATO AMBIZIOSO DEI CINESI -  Punto primo, l'allenatore. L'identikit perfetto per gli uomini rappresentati nella trattativa dall'advisor Sal Galatioto è quello di Unai Emery, il tecnico basco che ha scritto la storia nell'ultimo trienno con il Siviglia, unica squadra a trionfare in Europa League per tre anni di seguito.

Nome che, a quanto ci risulta, sarebbe gradito anche a chi esce, e cioè alla Fininvest proprietaria del pacchetto azionario rossonero (Galliani già sondò la sua disponibilità nella passata stagione). Contratto fino al 2017 con gli andalusi, Emery guadagna 2,5 milioni a stagione. L'anno scorso sembrava a un passo dal Napoli, poi scelse di rinnovare con il Siviglia. Con il suo 4-2-3-1 ha scalato le vette d'Europa e lanciato calciatori del calibro di Banega (che sarà dell'Inter), Vitolo, Coke e Gameiro. La sua disponibilità è stata già sondata, dovesse andare in porto questa operazione, al Milan potrebbe ritrovare quel Carlos Bacca che tanto gli ha dato al Siviglia fino all'anno scorso.
E poi c'è Benatia. Anche qui i cinesi hanno le idee chiare: tenere giovani talentuosi e capaci come Donnarumma, De Sciglio, Romagnoli, Locatelli, Calabria etc.. va di pari passo con l'affiancargli dei campioni, e quello di Mehdi Benatia, da quanto ci risulta, è un nome circolato nella conglomerata cinese.
Che vorrebbe partire dal rinforzare la difesa per permettere al Milan di ritornare grande sia in Italia che in Europa. Benatia, difensore marocchino tecnico e possente, in questi giorni ha lanciato messaggi chiarissimi al Bayern: «Se mi vogliono vendere basta che lo dicano». Se lo diranno, il Milan dei cinesi lo prenderà: valutazione 20 milioni circa, contratto in scadenza con i bavaresi nel 2019.

LA NOSTRA ANTICIPAZIONE SUI CINESI DEL 15 APRILE

I DUBBI DI BERLUSCONI NON FRENANO LA TRATTATIVA - Berlusconi si è espresso così al Corriere dello sport: «In caso di cessione della società ho chiesto di restare presidente del Milan per almeno 3 anni è un obbligo mio, ma loro (i cinesi; ndi) mi vorrebbero cacciare...». Da quello che ci risulta è un'ipotesi decisamente poco probabile: l'offerta cinese a Berlusconi è che resti presidente onorario fino alla chiusura di tutta la cessione del club, non sono previste altre formule. Se dovessero "cacciarlo", come lo stesso Berlusconi dichiara, i cinesi lo farebbero con i seguenti argomenti: rivalutazione del marchio A.C. Milan in giro per il mondo, nuovo asset tecnico-societario, acquisto di calciatori di caratura internazionale, conferma dei giovani di maggiore talento e di qualche senatore della squadra attuale (vedi rinnovo triennale di Montolovio praticamente già fatto) e basi per la costruzione di uno stadio di proprietà.

Sia chiaro: il mercato in questo momento, come anticipato nelle scorse settimane, è congelato. Ma le due anime del Milan, quella che potrebbe non vendere e quella che verrebbe volentieri ad investire dalle parti della Madonnina, hanno le idee già molto chiare. Se tutto dovesse restare così, cioè con Berlusconi in sella anche nei prossimi anni e Fininvest ancora proprietaria del pacchetto azionario si prospettano due scenari: il patron vorrebbe Brocchi allenatore anche nella prossima stagione, Galliani ha già bloccato sia Montella che Giampaolo, che aspettano soltanto di sapere come andrà a finire la storia della cessione. E qui viene il bello, perché l'anima più ambiziosa del Diavolo è quella cinese: come detto, se i nuovi proprietari entrano, Unai Emery e Mehdi Benatia sono i primi nomi della lista.

I CINESI VOGLIONO IL MILAN DA PRIMA CHE ARRIVASSE MISTER BEE

LA TRATTATIVA IN ESCLUSIVA PROCEDE SENZA INTOPPI - Si va avanti nella trattativa e da quello che risulta a chi scrive, si va avanti senza complicazioni: anche questa settimana sarà dedicata alla due diligence, al controllo di bilanci, entrate, uscite, contratti e rinnovi del Milan. Le parti sono in costante contatto e d'accordo sui punti chiave di tutta l'operazione. Certo, c'è sempre la variabile Berlusconi da considerare, ma fino a quando il patron non dovesse chiamarsi fuori dalla trattativa, la stessa non si ferma.

E nei prossimi giorni sarà più chiara anche la composizione della conglomerata cinese: conferme arrivano sul nome di Nicholas Gancikoff, il frontman di Galatioto in questa complessa operazione economica. E' l'italo-inglese il famoso ex allievo dell'advisor italo-americano, un nome legato anche alla Sports Investment Group società specializzata nella costruzione di impianti sportivi. Gancikoff da mesi rappresenta la figura di Galatioto (che è a New York) nella trattativa con la Fininvest, di certo non è uno degli investitori.

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EVERGRANDE, JACK MA E ROBIN LI - Tra questi invece, come anticipato lo scorso 27 aprile, c'è L'Evergrande Real Estate Group, il colosso immobiliare che ha anche una figura come quella di Jack Ma, secondo uomo più potente della Cina, alle spalle. La novità di oggi è che arrivano sempre più conferme sulla presenza nell'operazione Milan di quel Robin Li che con una pura intuizione in base a delle indiscrezioni, lanciammo sul corrieredellosport.it lo scorso 15 aprile. Robin Li con la sua Baidu, l'equivalente del nostro google in Cina, ha conquistato l'ecommerce e l'internet orientale e può vantare un patrimonio di 14 miliardi di dollari. E' anche presidente di Hanergy, colosso di energia rinnovabile e del fotovoltaico. Tutto torna, il puzzle Milan lentamente si compone.

@paskampo

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