Milan ai cinesi, Berlusconi presidente onorario. Ecco le cifre dell'accordo

Come anticipato, dai 740 milioni totali vanno sottratti i debiti. Il 100% del pacchetto azionario ne vale 500. Se il Cavaliere dirà sì alla cessione per lui è già pronta una poltrona.
Milan ai cinesi, Berlusconi presidente onorario. Ecco le cifre dell'accordo© Getty Images
Pasquale Campopiano
7 min

ROMA - Ogni giorno che passa è un giorno nuovo per il Milan. Almeno in questa fase cruciale, dove la Fininvest siede al tavolo della trattativa in esclusiva con una conglomerata cinese, rappresentata dall'advisor italoamericano Sal Galatioto. Lo avevamo anticipato sul corrieredellsport.it dallo scorso 15 aprile ed ogni giorno che passa è un giorno fatto di incontri, consultazioni, chiarimenti e appuntamenti futuri.

La fase di due diligence vera e propria, quella che porta all'approfondimento di tutte le operazioni economiche messe in atto dalle due parti (bilanci, contratti, offerta economica, garanzie finziarie etc..) è iniziata come da programma e procederà almeno fino al 15 giugno quando è prevista la scadenza del mese stabilito per trattare. Frenate o cambi di marcia potranno esserci soltanto se Berlusconi, che ha ricevuto tutte le garanzie richieste, avrà voglia di esercitare le clausole dell'accordo che gli consentono di uscire dalla trattativa senza penali nel caso non sia convinto della composizione della conglomerata cinese che sta provando la scalata all'A.C. Milan.

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BERLUSCONI PRESIDENTE ONORARIO - Vale la pena chiarire due punti focali dell'accordo che è stato firmato lo scorso 10 maggio e che manda la Fininvest e i cinesi alla trattativa in esclusiva: il primo riguarda il futuro di Silvio Berlusconi. L'accordo, da quanto ci risulta e come abbiamo già scritto e anticipato nei giorni scorsi, prevede che il patron rossonero resti in carica come presidente onorario per tutta l'operazione economica in atto. Sia nella fase in cui, se si arriverà ad un accordo, verrà ceduto inizialmente il 70% del pacchetto azionario rossonero.

Sia in quella successiva, che prevede la cessione del restante 30% nel giro di un paio di anni. Berlusconi, si sa, soprattutto in quello che per 30 anni è stato il "suo" Milan, è abituato ad avere potere decisionale, la carica che gli è stata garantita nell'accordo gli consente comunque di mantenere una posizione privilegiata su tutta l'operazione. Sul fronte tecnico e dirigenziale, invece, è ancora tutto molto incerto: il managment che verrà dipenderà tutto dall'esito della trattativa, ma di certo fino a quel giorno il mercato dei rossoneri sarà congelato nelle operazioni di acquisto, vendita e rinnovo dei contratti dei calciatori.

UN'OPERAZIONE DA 740 MILIONI

OPERAZIONE DA 740 MILIONI PER IL 100% DEL MILAN - Facciamo chiarezza anche sulle cifre dell'accordo firmato per l'esclusiva: abbiamo già scritto nei giorni scorsi che l'operazione che porterà alla cessione dell'intero pacchetto azionario del Milan vale 740 milioni, che è l'offerta cinese sul 100% del Diavolo. A questa cifra, vanno sottratti i debiti che negli ultimi anni ha accumulato il club di via Aldo Rossi, che da quello che ci risulta ammonterebbero a circa 240 milioni. Da un rapido calcolo, i 500 milioni che resterebbero rappresentano la cifra vera e propria che i cinesi metteranno sul tavolo per avere il Milan, tutto il Milan, e non solo il 70% del suo capitale.

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MISTERO CINESE - Quello che resta da chiarie, è l'effettiva composizione della conglomerata cinese rappresentata da Sal Galatioto e dalla sua GSP. Sempre stando a quello che ci risulta i gruppi finanziari interessati all'acquisto del Milan, tutti cinesi, sarebbero almeno sei.

Tra questi l'Evergrande Real Estate Group, come anticipato lo scorso 27 aprile. Dietro al colosso finanziario orientale che ha il suo core business nella compravendita immobiliare, si nasconde la figura del secondo uomo più potente della Cina, quel Jack Ma che della Evergrande è socio finanziatore e con la quale ha concluso al 50% l'acquisizione del Guangzhou F.C. la squadra che ha vinto praticamente tutto in Asia. La novità sulla composizione della cordata e che dalla Cina stessa non arrivano smentite su quello che era stato il nostro primo possibile nome interessato all'acquisto del Milan: quello di Robin Li, che con la sua Baidu e con la presidenza della Hanergy (colosso che si occupa di fotovoltaico ed energia rinnovabile) non ha voluto commentare ai media cinesi il suo eventuale coinvolgimento in questa operazione. Ma nemmeno smentirlo.

@paskampo

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