Milan, settimana decisiva: prima la Coppa Italia, poi i cinesi verranno allo scoperto

La trattativa in esclusiva tra la Fininvest e la conglomerata orientale procede secondo i piani. Entro il 28 maggio Galatioto presenterà a Berlusconi gli acquirenti
Milan, settimana decisiva: prima la Coppa Italia, poi i cinesi verranno allo scoperto
Pasquale Campopiano
10 min

ROMA - Save the date, o meglio save the week, perché la settimana che parte dal 21 maggio (giorno della finale di Coppa Italia tra Milan e Juventus) e arriva al 28, potrebbe essere decisiva per il destino del club rossonero. Partiamo da un dato certo: si tratta. Si tratta in esclusiva la cessione del Diavolo a una conglomerata cinese e nel bunker di Via Aldo Rossi, a Casa Milan, tutto sta procedendo secondo i piani.

I consulenti della Fininvest e quelli di Sal Galatioto, advisor finanziario di tutta l'operazione per conto dei cinesi, sono al lavoro per mettere a punto i dettagli della trattativa: che vanno di pari passo con la fase di due diligence che le parti hanno pianificato in vista di quel 15 giugno in cui potrebbe scattare il primo sì alla cessione del club più titolato al mondo assieme a Real, Barcellona  e Boca Junior.

UNA TRATTATIVA SERIA E IN PIEDI GIA' DA TEMPO, ALTRO CHE MISTER BEE

SETTIMANA DECISIVA - La condizione essenziale è che Fininvest (che nella conglomerata cinese crede eccome altrimenti non si sarebbe mai seduta al tavolo della trattativa) convinca anche Berlusconi della solidità finanziaria del gruppo orientale acquirente; per questo motivo la prossima settimana è decisiva.

Perché dopo la fase che potremmo definire "di studio" con il controllo reciproco dei bilanci e dei dati finanziari da parte di entrambe le parti, scatterà quella "operativa", quella in cui, cioè, Galatioto, da quanto ci risulta, dovrebbe venire allo scoperto e presentare al mondo Milan il prospetto di tutta la conglomerata cinese interessata all'acquisto del club. E' uno dei punti concordati e firmati dalle parti quando hanno scelto di andare alla trattativa in esclusiva: ed è il punto chiave di tutta l'operazione, perché permetterà alla Fininvest e dunque a Berlusconi di alzarsi dal tavolo senza pagare alcuna penale nel caso non fosse convinta/o dalla forza economica, dal piano di investimento e dalla carta d'identità della cordata cinese.

LA NOSTRA ESCLUSIVA SULL'EVERGRANDE

MA CHI SONO QUESTI CINESI - Si parte dall'Evergrande Real Estate Group, nostra esclusiva dello scorso 27 aprile. Colosso finanziario cinese impegnato negli assets più disparati, potenza economica che divide con Jack Ma, il secondo uomo più potente della Cina e capo di Alibaba, il 50% delle azioni del Guangzhou FC, la squadra di calcio che in Asia ha vinto tutto. Gruppo non nuovo, dunque, ad acquisizioni sportive ed, inserito, da quello che ci risulta, nell'operazione dell'acquisto del Milan. Gli altri nomi (almeno altri 5 gruppi finanziari) al momento sono sconosciuti, ma quello che sembra certo è che Jack Ma sia tra i soggetti inseriti nella trattativa, perché dell'Evergrande è socio finanziatore anche se di minoranza.

Il nome di Robin Li, capo di Baidu e di Hanergy è circolato nei corridoi strettissimi di questa complessa e per certi versi storica trattativa, ma non trova, per il momento, conferme dirette. Quello che appare ormai certo è che presto ne sapremo molto di più, perché come detto la prossima sarà una settimana decisiva per venire a capo della cordata orientale scesa in campo per tentare la scalata al Milan.

QUI PECHINO: ECCO PERCHE' I CINESI VOGLIONO IL MILAN

L'OPERAZIONE FINANZIARIA - In questi giorni continuano a circolare le ipotesi più disparate sulle cifre della cessione del club di via Aldo Rossi. Chi scrive conferma quanto anticipato nel corso delle ultime settimane: l'offerta piazzata sul tavolo di Fininvest dall'advisor Sal Galatioto e dalla sua GSP per conto dei cinesi è di 740 milioni per l'acquisto del 100% delle azioni rossonere.

Il 70% da approvare entro i termini stabiliti dalla trattativa in eslcusiva (entro, cioè il 15 giugno, o al massimo qualche settimana più tardi se servirà qualche giorno in più per definire tutti i dettagli della cessione), il restante 30% da acquisire (o cedere, dipende da che parte la si vede) nel giro di un paio di anni. Dalla cifra stanziata per l'acquisto del Milan vanno sottratti i debiti del club rossonero, che ammontano all'incira a 230/240 milioni, il che significa, come già anticipato, che il totale che dovrà strappare il sì di Berlusconi si aggira sui 500 milioni per l'intero pacchetto azionario del Milan.

UN'OPERAZIONE DA 740 MILIONI

MERCATO E PIANO DI INVESTIMENTO - Come già scritto, tre sembrano i punti chiave di questo accordo tra il Milan e i cinesi che resta comunque in piena evoluzione: il primo è che a Berlusconi sarà comunque garantita fino al termine dell'operazione (e forse anche oltre la stessa) la poltrona di presidente onorario (a chi scrive non risultano altre formule allo studio tra le parti).

Il secondo è che il mercato rossonero, fino al termine della trattativa in esclusiva, resta congelato. Acquisti, cessioni e rinnovi contrattuali sono tutti bloccati almeno fino al 15 giugno, fatte salve alcune operazioni minori già concordate tra le parti. Terzo e forse punto più importante: da Pechino arrivano conferme, chi entra, la conglomerata cinese, ha pronto un piano di investimento per rilanciare il marchio A.C. Milan da circa 300 milioni. Soldi che i cinesi vorrebbero investire nel mercato, nella promozione del club in giro per il mondo e a quanto risulta anche per progettare uno stadio di proprietà.

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TRA CERTEZZE E SCENARI POSSIBILI - Meglio sgombrare il campo da alcune notizie che hanno coinvolto l'universo Milan negli ultimi giorni: a chi scrive non risulta alcun possibile ritorno di Mister Bee, soprattutto non in questo momento dove è in piedi una trattativa in esclusiva che comporta il pagamento di una penale se una delle due parti rompe il patto di esclusiva e parla con soggetti terzi.

Di possibili ipotesi legate ai quadri tecnici e dirigenziali è praticamente intuile parlare: in questi giorni si tratta la cessione del Milan, tutto quello che accadrà, come accadrà e con chi accadrà, si capirà strada facendo. Chiosa sulla finale di Coppa Italia: non ha per niente stravolto i piani della trattativa, anzi. In questi giorni si è lavorato giorno e notte proprio per arrivare a questo appuntamento con un quadro di tutta l'operazione più chiaro: cosa che potrebbe spingere, chissà, uno come Silvio Berlusconi che non è nuovo a mosse a sorpresa, a sbilanciarsi un po' di più sulle sue volontà. A partire dall'attimo dopo in cui l'arbitro Rocchi, allo stadio Olimpico, avrà fischiato tre volte la fine di Milan-Juventus.

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