Pagina 4 | Ascari, l’ultimo Campione Antonelli, ritorno al futuro
Sveglia
Tutto questo discorso serve per arrivare alle morali costruttive, senza voler assurgere a costrittive. Cioè zero polemiche. Nessuna accusa, niente battaglie e tutto okay. Però, sveglia, cari signori appassionati italiani. Sveglia, cosiddetta opinione pubblica. Sveglia, colline della passione e sveglia, milioni di entusiasti di motorsport nei social e non. Cominciamo a vivere, soffrire, pensare, veicolare, metabolizzare e propagandare questo digiuno per esorcizzarlo, gettando anche le basi ideologiche e culturali per sconfiggerlo. Perché se continuiamo a far finta di niente, mai succederà nulla di bello per creare le condizioni d’interrompere ’sta dieta raccapricciante e quasi secolare. Per esempio, cominciamo a tifare come dannati Antonelli, in proiezione il F.2 leader Fornaroli e non solo loro, ma tutti quei ragazzi tricolori che dimostrano di meritare fiducia, affetto, stima e chance, fin dalle formule propedeutiche. Sissignori, bisogna ripartire dal primo piolo della scala, con umiltà, determinazione e consapevolezza. Noi italiani, pensando a questi 72 anni dall’ultimo titolo di Alberto Ascari, dobbiamo provare un brivido di commossa empatia verso il leggendario “Ciccio”, ma anche un senso d’indignazione per tante cose successe e non successe, da lì in poi. Concludendo che i primi a dover cambiare dobbiamo essere noi. Auspicabilmente, l’Italia del motore deve tornare a essere grande tutta e non solo quella Rossa, anche se indossa caschi e tute senza il Cavallino stampigliato. Il primo step è finalmente parlarne, di questa cosa, da appassionati automobilisti anonimi, riuniti in cerchio. Ciao, mi chiamo Italia e non tocco un mondiale Piloti da 72 anni.