Addio a Ventrone, "marine" innovatore

Già preparatore atletico della Juve di Lippi, era al Tottenham con Conte. Allenamenti e metodi duri, grandi risultati con i suoi club
Addio a Ventrone, "marine" innovatore© ANSA
Nicola Balice
5 min

TORINO - Il mondo del calcio perde il suo Marine. Gian Piero Ventrone si è spento ieri mattina a causa di un'emorragia cerebrale all'età di 62 anni all'ospedale Fatebenefratelli di Napoli, dove era ricoverato da qualche giorno essendo stato improvvisamente colpito da una leucemia fulminante. Sempre al Fatebenefratelli è stata allestita la camera ardente che rimarrà aperta fino a domani, domenica a partire dalle 15 nella chiesa di San Luigi Gonzaga in via Petrarca a Napoli si terranno i funerali. Ha riscritto la figura del preparatore atletico nel calcio a partire dagli anni Novanta, riuscendo a vincere praticamente tutto ciò che c'era da vincere. Da ogni parte del mondo sono arrivati immediati i messaggi di stima e affetto: «Vi stringiamo tutti in un grande abbraccio», il messaggio della famiglia.

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Tottenham

È successo tutto molto in fretta, Ventrone è stato al fianco di Antonio Conte per guidare preparazione e allenamenti del Tottenham fino a pochi giorni fa. Il tecnico salentino, sconvolto per la sua tragica scomparsa, ha annullato la conferenza stampa di presentazione del match con il Brighton prevista per ieri pomeriggio: «Siamo devastati nell'annunciare la scomparsa di Gian Piero Ventrone. Amabile fuori dal campo quanto esigente in campo, è diventato rapidamente una figura estremamente popolare tra i giocatori e lo staff. Mancherà molto a tutti, i nostri pensieri sono con la sua famiglia e i suoi amici in questo momento incredibilmente triste», il messaggio del club inglese. «Un uomo davvero straordinario. Le sue parole e la sua saggezza vivranno con me per il resto della mia vita. Sono grato di aver avuto l'opportunità di trascorrere del tempo con lui», ha aggiunto Harry Kane via social.

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Juventus

Commossi ricordi da parte di tutti i club in cui ha lavorato, dal Napoli all'Atalanta. Passando ovviamente per la Juventus, dove insieme a Marcello Lippi ha trascorso gran parte della sua trentennale carriera: «Se n’è andato uno dei nomi storici della Juve a cavallo dei due secoli. Ha lavorato per tante stagioni come preparatore atletico, contribuendo, insieme a Mister Lippi, a costruire e a prendersi cura di una Juve che ha vinto di tutto. Un metodo innovativo, una cura della condizione fisica ispirata a criteri moderni, che ha fatto scuola in Italia e all’estero. Ricorderemo sempre la sua figura discreta, la sua cura dei dettagli, la sua filosofia del lavoro, e soprattutto quello che forse è stato il suo talento più grande: capire come il calcio stesse gradualmente entrando in una nuova era. Una nuova era che, in parte, ha contribuito a scrivere. Ciao, Gian Piero».

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Gli amici

Così Antonio Giraudo, ex ad bianconero, ha commentato la sua scomparsa: «Il calcio ha perso un grande professionista, io ho perso un amico con cui ho condiviso momenti straordinari». Commosso il pensiero di Fabio Capello, con cui ha condiviso parte dell'esperienza in Cina: «La notizia della sua scomparsa è stata una pugnalata. Ci legava tanto affetto ed amicizia, ci sentivamo spesso, quasi settimanalmente. Era un uomo curioso, nel lavoro ma soprattutto nella vita. Si aggiornava sempre, era uno studioso, cercava il meglio. Un ricordo dell'esperienza in Cina? L'emozione che ha provato quando è venuto a trovarlo il figlio, un momento che mi è rimasto dentro». Così invece lo ha ricordato Enrico Castellacci, capo dello staff tecnico sanitario della Nazionale campione del Mondo nel 2006: «Lo conoscevo molto bene e lo apprezzavo molto, per la sua meticolosità e la grande professionalità. Portava con sé valori militari, come un innato senso dell'onore e della disciplina. Del resto, militare lo era stato veramente. A tavola si scherzava e lui ci faceva sentire l'inno dei berretti verdi. Era all'avanguardia, studiava sempre, Conte vedeva in lui la figura del grande preparatore. Ci mancherà, mi sembra strano che non ci sia più, con quel suo sorriso».


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