Rivera compie 80 anni: un genio sempre fuori dagli schemi

Per le idee mai tradite e il calcio che ha incarnato, Gianni oggi merita di più di un semplice augurio: dobbiamo essere sempre grati per le emozioni che ci ha regalato
Rivera compie 80 anni: un genio sempre fuori dagli schemi© LaPresse
Franco Ordine
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Dobbiamo essere riconoscenti tutti i giorni ai magnifici 80 anni di Gianni Rivera, festeggiati oggi e anche ieri l’altro con anticipo perché trattasi appunto del leggendario alessandrino. Dobbiamo essere grati, non soltanto allo strepitoso dna che l’ha conservato in splendida forma, ma soprattutto alle emozioni irripetibili che il divino 10 ci ha regalato con il Milan di Rocco e Carraro e con la Nazionale, nella guerra senza quartiere contro gli arbitri (Michelotti dopo un Cagliari-Milan) e contro il calcio difensivo con una intervista rilasciata in aereo sulla presenza scomoda di un calcio retrò che schierava libero Armando Picchi. Le generazioni più datate hanno vissuto una notte memorabile aspettando la fine del più grande romanzo d’avventura calcistica denominato Italia-Germania 4-3 e quel gol con il piattone passato alla storia mondiale e non solo dell’Atzeca. 

Rivera, Mosè dei tempi moderni

Chi lo ha pedinato da cronista ai tempi maturi del Milan di Felice Colombo e Nils Liedholm non ha certo dimenticato quel prodigio da testi biblici accaduto nella prima domenica di maggio del 1979 quando lo stadio di San Siro si ritrovò invaso da tifosi milanisti finalmente vicini allo scudetto della prima stella persa a Verona qualche anno prima. La folla aveva occupato una parte del secondo anello chiusa, per lavori di straordinaria manutenzione, e non c’era verso di convincerli a spostarsi. Toccò a Gianni, a Rivera, una sorta di Mosè dei tempi moderni, entrare in campo scortato da Felice Colombo, prendere il microfono e annunciare urbi ed orbi che senza quel trasloco, la partita non sarebbe cominciata e la stella sarebbe sparita nuovamente dal cielo di Milano rossonera. Come per incanto, si aprirono le acque, i tifosi abbandonarono quei gradoni, la partita cominciò, giunse all’epilogo previsto (0-0) e fu scudetto. Rivera è stato tutto questo per i milanisti d’antan ma anche per i cultori del bel gioco, per tanti suoi sodali che pendevano dai suoi piedi ispiratissimi. 

Rivera, un mito fuori dall'ordinario

Celebre la sintonia con Riva al mondiale 1970, inaspettato il record di gol suggerito ad Aldo Maldera terzino sinistro in mancanza di un vero bomber (Chiodi); spettacolari le sue battaglie legali con l’avvocato Ledda al seguito contro il presidente Buticchi che voleva “scambiarlo” con Claudio Sala e poi con un bel numero di allenatori che osarono metterne in dubbio il gigantesco talento Per questo motivo possiamo e dobbiamo perdonargli la fanciullezza che traspare dalle sue frasi di oggi, persino l’incredibile scelta di sedersi dietro i banchi di Coverciano per guadagnare il patentino di allenatore e quel dialogo, ai tempi, con Carlo Tavecchio sfiorato dall’idea di riportarlo addirittura in Nazionale. Per le idee mai tradite, per il calcio che ha incarnato e dettato, per quelle battute che hanno il sapore autentico di un polemista sincero, Gianni Rivera meriterebbe qualcosa di più di un semplice e tradizionale augurio. A quell’età, se ha ancora “ottantavogliadicalcio”, bisognerebbe trovare il modo di esaudirla. Sappiano perfettamente che in taluni, certe espressioni di Gianni, alcune frasi, possono diventare un graffio al monumento calcistico che ciascuno ha costruito con l’immagine di Rivera, ma è proprio questo che rende il personaggio ancora una volta fuori dall’ordinario e dentro l’immaginario. Auguri carissimo e “giovanissimo” Gianni Rivera mister 10 di una gran bella Italia.


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