Il tempo è fuggito via e a giugno, a un anno dallo scudetto, rimarrà quel dolce ricordo di un’epoca (già) svanita: il Napoli di Spalletti è un poster ormai stracciato, un’Idea che va evaporando perché nulla è per sempre, ma la fuga dal sogno è cominciata da un bel po’ e tra tre mesi, resterà una traccia che il vento del mercato potrebbe comunque spazzare via. Della notte del 4 maggio 2023, e di quella poi del 4 giugno, con Napoli abbagliata dalla sua stessa allegria, è andato via l’architetto (Giuntoli), l’artista geniale (Spalletti) e poi gli interpreti di ruoli egualmente centrali all’interno della Filosofia: Kim Minjae è a Monaco di Baviera, al Bayern, e avverte i rimpianti che arrivano da Posillipo; Ndombele sta a Istanbul, al Galatasary, e tiene per sé i frammenti di quel successo che l’ha riguardato; Lozano è al Psv, felice del suo quadriennio partenopeo; Gaetano e Zerbin sono in prestito - uno al Cagliari e l’altro al Monza - e sperano di rientrare per gustarsi gli effetti di una città che appartiene ad entrambi; ed Elmas, da dicembre, è al Lipsia, partecipe di quel trionfo nel quale ci ha messo così tanto di suo.
Addio Zielinski e Demme
Ma le storie si aggiornano, è la vita che va così, e altre cose stanno per accadere: Piotr Zielinski sta vivendo i suoi 115 giorni (a partire da oggi) che contrattualmente lo legano al Napoli in una condizione inaspettata, insospettabile e anche indesiderata. Sarebbe rimasto ben oltre gli otto anni e però il divorzio rientra nelle dinamiche del calcio moderno, non ha responsabili e né colpevoli. L’Inter lo aspetta, è scritto sulle pietre, e con lui non se va una stagione ma uno stile calcistico. È ai saluti, altrettanto chiaro, Diego Demme, tagliato da ogni zona di campo, lasciato inelegantemente ai margini per prepararsi al distacco a parametro zero.
Napoli, Osimhen sul mercato
Ma quando si aprirà il balletto del mercato, dei nove mesi travolgenti e di quell’onda anomala di football affascinante, si riuscirà ad intravedere poco altro ancora: Victor Osimhen, lo sanno pure in Antartide, diventerà il soggetto del desiderio del Psg, dell’Arsenal, di chiunque abbia mezzi economici al di fuori della normalità e dunque di mezzo mondo, Arabia Saudita inclusa o anche no perché questi sono dettagli. Ma per stilare un Progetto che sia aderente alla nuova realtà, bisognerà poi attendere il campo, i suoi suggerimenti, le necessità che andranno assecondate: con la Champions ci sono molte cose che si potrebbero fare, senza molte che saranno quasi irraggiungibili.