Spalletti: "De Laurentiis e Gravina, vi svelo le differenze"

Le parole del ct della Nazionale, intervistato per lo speciale "Un anno di sport": tutte le dichiarazioni sull'Europeo, sul Mondiale del 2006 e sulla Superlega
3 min

In occasione del nuovo anno Luciano Spalletti, ct della Nazionale, si è raccontato in un'intervista di RaiSport per lo "Un anno di sport", in onda questa sera su Rai2. Tanti gli argomenti trattati dal commissario tecnico, dalla Supelega ai prossimi Europei, fino alle differenze tra De Laurentiis e Gravina.

"De Laurentiis e Gravina? Come giorno e notte"

"Sono come giorno e notte - le parole di Spalletti sulle differenze tra De Laurentiis e Gravina - Uno è imprenditore l'altro da sempre uomo di calcio, è giusto ci siano approcci diversi. È innegabile che siano entrambi presidenti vincenti, stanno facendo cose importanti per il nostro calcio. La cosa che mi e' piaciuta di più di Gravina è avermi messo da sempre a mio agio, dimostrandomi stima e mettendo al centro valori del calcio italiano e dei giovani. La Nazionale dovrebbe essere la copertina del catalogo del calcio che produciamo. In tanti paesi hanno investito nei club ma senza i risultati della nazionale non hanno attirato attenzione mondiale. È interesse di tutti valorizzare la nazionale per vendere al meglio il nostro calcio".

Spalletti duro sulla Superlega: il commento

"Superlega? È il frutto di un mondo in cui si sta perdendo lo stupore di Davide che batte Golia". Durissimo il giudizio di Spalletti sulla nuova competizione: "Stiamo perdendo i buoni odori e sapori di un tempo, quelli della terra, della tradizione, della gente in festa attorno a una bandiera. È come se il domani fosse tutto da inventare e scritto dalle regole dei potenti. Qualcuno vuole imporre quale sia l'unico calcio da guardare, non hanno capito che finché ci sarà un pallone e spazio per due porte la gente continuerà a scegliere il calcio che più la appassiona"

Spalletti, il ricordo del Mondiale 2006 e l'Europeo

"Ricordo tutto del Mondiale del 2006 in Germania - prosegue Spalletti ricordando quello storico trionfo -: il blocco creato da Lippi, al quale mi accomuna solo, al momento, l'essere come lui toscano. la sequenza dei cinque rigoristi sicuri di segnare in finale. Ogni contrasto dietro il quale c'era tutto il muscolo della squadra. La finale non l'ho vista: l'ho vissuta con i miei due figli, allora di 14 e 11 anni, urlando a ogni rotolata del pallone e finendo in un grande abbraccio collettivo. Europeo? I tifosi ci trasmetteranno amore e senso appartenenza, è anche per loro che non dovremo risparmiarci neanche un centimetro". 


© RIPRODUZIONE RISERVATA