Caos arbitri, l’Aia al contrattacco: cosa sta accadendo

La CAN “scossa” dal clima che si è creato all’interno. E il pool legale dell’Associazione, valuta la denuncia

Arbitri sull’orlo di una crisi (di nervi). La prova del nove inizia stasera, a Cagliari, bisognerà vedere se le scorie (evidenti) che questa settimana ha lasciato sul gruppo della CAN di Rocchi sono state eliminate o se le parole (tutt’altro che condivisibili) di due fra gli esponenti più anziani del gruppo (Orsato e Mazzoleni) hanno lasciato il segno, nonostante gli sforzi del designatore per stemperare il clima. Nel frattempo l’AIA, in una riunione che avverrà stamattina, raccoglierà le conclusioni alle quali il pool di esperti legali dell’Associazione, guidato da Di Stasio, è arrivato dopo aver visionato il filmato de Le Iene. L’idea, come vedremo, è quella di adire alle vie legali. Per 32.855 motivi.... 


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Arbitri stressati

Fatte decantare le fiamme del momento, sotto la cenere ieri covavano diverse riflessioni fra gli arbitri di serie A. Non certo per il pensiero esplicitato da Rocchi, che ha un obiettivo: garantire ad un campionato complicato il miglior servizio possibile. «Non arretrerò di un centimetro, non dovete farlo neanche voi» non può essere intepretato. Piuttosto, le riflessioni si sono concentrate sulle parole pronunciate dagli arbitri, lasciando più d’uno strascico. La sintesi di quanto detto da Orsato, rappresentante degli arbitri (tutti gli arbitri, eh?) in attività, e di Mazzoleni, uno dei decani fra i VAR Pro, era: non ci va di dirigere più con x o y (nomi non sono stati fatti), anche correndo il rischio di sanzioni, allungando così ombre sui rapporti all’interno del gruppo (non gruppo, detto anche questo) tutt’altro che idilliaci. In molti si sono chiesti che senso avesse, pensando ai “senatori” di qualche anno fa (lo stesso Rocchi, Rizzoli e, più indietro, Rosetti, Braschi e Collina) che mai avrebbero fatto osservazioni del genere. Per questo il designatore ha provato a stoppare questa deriva. Ci sarà riuscito? 


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La legalità

Oggi intanto l’Associazione Italiana Arbitri tirerà le fila sulle conseguenze del servizio de Le Iene, affidato alla Commissione esperti legali dell’AIA per capire che risvolti potranno esserci in tema di tutela. Le deduzioni arriveranno sulla scrivania del presidente questa mattina, l’idea però che circola nelle segrete stanze è quella di adire comunque alle vie legali. Anche in mancanza di “fumus boni iuris” - è il pensiero che circola a via Campania - «lo dobbiamo non tanto agli arbitri di serie A, tirati ingiustamente in ballo da una persona a volto coperto, ma per i tanti associati che nei week end vanno sui campi dei campionati dilettanti o giovanili» e già senza tutto questo strascico sono spesso oggetto di (indegna e incivile) violenza. Un appello alla Figc (e ai suoi giudici) e al mondo del calcio in generale, perché i 32.855 associati (non tutti ovviamente) possano sentirsi tutelati.


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Arbitri sull’orlo di una crisi (di nervi). La prova del nove inizia stasera, a Cagliari, bisognerà vedere se le scorie (evidenti) che questa settimana ha lasciato sul gruppo della CAN di Rocchi sono state eliminate o se le parole (tutt’altro che condivisibili) di due fra gli esponenti più anziani del gruppo (Orsato e Mazzoleni) hanno lasciato il segno, nonostante gli sforzi del designatore per stemperare il clima. Nel frattempo l’AIA, in una riunione che avverrà stamattina, raccoglierà le conclusioni alle quali il pool di esperti legali dell’Associazione, guidato da Di Stasio, è arrivato dopo aver visionato il filmato de Le Iene. L’idea, come vedremo, è quella di adire alle vie legali. Per 32.855 motivi.... 


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