Arbitri stressati
Fatte decantare le fiamme del momento, sotto la cenere ieri covavano diverse riflessioni fra gli arbitri di serie A. Non certo per il pensiero esplicitato da Rocchi, che ha un obiettivo: garantire ad un campionato complicato il miglior servizio possibile. «Non arretrerò di un centimetro, non dovete farlo neanche voi» non può essere intepretato. Piuttosto, le riflessioni si sono concentrate sulle parole pronunciate dagli arbitri, lasciando più d’uno strascico. La sintesi di quanto detto da Orsato, rappresentante degli arbitri (tutti gli arbitri, eh?) in attività, e di Mazzoleni, uno dei decani fra i VAR Pro, era: non ci va di dirigere più con x o y (nomi non sono stati fatti), anche correndo il rischio di sanzioni, allungando così ombre sui rapporti all’interno del gruppo (non gruppo, detto anche questo) tutt’altro che idilliaci. In molti si sono chiesti che senso avesse, pensando ai “senatori” di qualche anno fa (lo stesso Rocchi, Rizzoli e, più indietro, Rosetti, Braschi e Collina) che mai avrebbero fatto osservazioni del genere. Per questo il designatore ha provato a stoppare questa deriva. Ci sarà riuscito?