Bologna, operai e ingegneri per Thiago Motta

Leggi il commento sulla squadra rivelazione del campionato che sta in zona Champions League
Bologna, operai e ingegneri per Thiago Motta© BARTOLETTI
Alberto Polverosi
5 min

Quando una squadra sa fare tutto, ma proprio tutto, come il Bologna di Thiago Motta, può vincere a Roma una partita decisiva per la Champions contro una sua diretta concorrente segnando un gol dopo 33 passaggi e un altro dopo 3. Siamo di fronte alla formazione tatticamente più ricca e evoluta della Serie A e di fronte a un allenatore che ha saputo trasmettere a quella squadra una conoscenza calcistica senza eguali. 

Bologna completo

Per rendere l’idea della sua completezza, sfidando la noia del lettore, vale la pena descrivere prima il gol del 2-0 e poi quello, assai più sintetico, del 3-1. Un minuto e 33 secondi di palleggio, precisamente dal 43'11" al 44'44", con 33 tocchi di fila, senza interruzioni romaniste. Dunque: rimessa laterale di Posch e poi, uno dietro l’altro, Beukema, Calafiori, Saelemaekers (numero da applausi su Celik, volato via), Freuler, Posch, Freuler (sempre smarcato), Saelemaekers, Posch, Beukema, El Azzouzi, Beukema, Calafiori, Beukema, El Azzouzi, Aebischer, Lucumi, Saelemaekers, Aebischer, Calafiori, Lucumi, Aebischer, Lucumi, Zirkzee, El Azzouzi, Posch, Zirkzee, Lucumi, Zirkzee, Aebischer, Saelemaekers, El Azzouzi (inserimento senza palla in area e assist di petto), Zirkzee (dribbling su Mancini), gol. All’appello mancavano soltanto Skorupski e Ndoye. Nemmeno il Barcellona di Xavi (in campo), Iniesta e Guardiola in panchina. Quindi il Bologna ama il possesso palla? Certo. Ma anche il contropiede, la ripartenza secca. Ecco il 3-1: palla persa da Dybala a metà campo su pressione di Freuler, agganciata da Lucumi, poi El Azzouzi, tocco a Zirkzee, assist immediato a Saelemaekers, pallonetto su Svilar, gol. Nove secondi in tutto, dal 64'14" al 64'23". 

Thiago Motta, l’allenatore azzecca-mosse

Il Bologna ha battuto una Roma provata dalla fatica di giovedì scorso in Europa League, ma che non ha mai dato l’impressione di farsi schiacciare e ha avuto buone possibilità per segnare più di una rete. Ha vinto la squadra più vera, una cooperativa di operai con la laurea da ingegneri. Zirkzee ha segnato un gran gol, piazzato un assist da trequartista e rincorso di continuo, come un mediano, ora Paredes ora Mancini; Ndoye ha lavorato su tutta la fascia; El Azzouzi (pure lui, gol spettacolare in mezza rovesciata, stile Rummenigge, e assist di petto) ha marcato Pellegrini riducendone la brillantezza; Calafiori ha fatto il terzino sinistro, il mediano e l’ala. E le “uscite” di questa squadra sono da mostrare a Coverciano: sempre un uomo libero, e talvolta due, per ricevere palla, spesso è Lucumi, a volte Calafiori. Sono tutte idee di Thiago Motta, l’allenatore azzecca-mosse.  

Contro Roma e Lazio

Il Bologna ha preso 12 punti alle due romane, sei e sei, una vera par condicio. Ora è a soli due punti dal terzo posto della Juventus, gliene mancano sette, massimo otto, per la quasi certezza della Champions. De Rossi invece deve preoccuparsi dell’Atalanta, ma non può essere deluso del tutto dalla partita della Roma. Quando ha trovato le energie per alzare ritmo e intensità, ovvero a inizio ripresa, è andata per due volte vicina al gol prima di arrivarci con Azmoun. E anche nel primo tempo, per un paio di palloni persi dalla difesa rossoblu, avrebbe potuto segnare. Se nell’orchestra del Bologna non si è sentita l’assenza di Ferguson, nella Roma si è avvertita, eccome, quella di Lukaku. Per il grande finale De Rossi avrebbe bisogno della squadra al completo. 


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