In attesa di poterla rigiocare, non le resta che fare il tifo per il suo grande amico Zito Luvumbo…
«Sicuramente. Gli auguro di andare più avanti possibile con l’Angola, anche se qui sentiamo la sua mancanza».
Resa meno amara da un secondo papà come Ranieri. Cosa le ha insegnato in questi 12 mesi?
«A giocare più rapidamente, a dare la palla in avanti anche se a volte non è facile, a giocare di più per la squadra e anche a tirare con più frequenza. Tutto quello che mi dice è importante e io cerco di metterlo in pratica».
Le differenze tra B e A?
«Sapevo che sarebbe stato difficile, ma immaginavo più duro il passaggio. Gli avversari sono molto aggressivi, devo passare più velocemente la palla e i ritmi sono altissimi. Ma forse dopo una stagione in B, sono migliorato un pò anche io».
Preoccupato che potesse non farcela?
«Un pò di apprensione nelle prime gare c’era ma paura o preoccupazione mai. A volte sono un pò condizionato e magari tengo la palla perché se non ho il passaggio sicuro, non voglio correre il rischio di perderla».
Dove può ancora migliorare?
«Dovrei andare di più in verticale, cercando di velocizzare il gioco e di prevedere quello che l’avversario ha intenzione di fare in modo da anticiparlo. Poi mi piacerebbe essere più bravo nei colpi di testa e nelle conclusioni».
Qualche compagno al quale rubare i segreti?
«Il gioco aereo lo prenderei da Pavoletti mentre il migliore sul calciare la palla è Viola».